VITERBO – Un territorio di straordinario fascino che attende ancora la propria consacrazione come meta turistica primaria, ma che, probabilmente anche per questo motivo, è capace di conservare ben custodito un patrimonio culturale tutto da scoprire ed apprezzare. Si tratta della Valnerina ternana a cui lo studioso Leonida Monachino dedica il suo “Viaggio nella Valnerina misteriosa”, volume in uscita nazionale il 12 dicembre con la casa editrice Intermedia Edizioni nella collana “Italia esoterica” nella quale sono già ospitati oltre trenta titoli.
L’aggettivo “misterioso” derivante dal greco “mýstes”, che significa ‘iniziato’, invita a considerare la Valnerina come un luogo riservato e impenetrabile per coloro che non sono stati ammessi a conoscere i suoi segreti culturali e religiosi. Nella primo parte, si narra come illustri “iniziati” abbiano attraversato la Valnerina, ciascuno mosso da
motivazioni uniche ma profondamente attratto dalla sua magia intrinseca. Da Dante Alighieri e i romantici, che seguirono le orme di Virgilio, ai cavalieri templari in cerca di rifugio per i loro tesori, fino a Francesco d’Assisi e i monaci siriaci che abbracciarono l’ascetismo in questi luoghi, e ancora a Leonardo da Vinci e
Galileo Galilei, che si dedicarono alla contemplazione della natura e agli studi scientifici.
Alla conclusione del suo viaggio il lettore sarà in grado di intuire e comprendere l’affasciante filo conduttore che lega i personaggi illustri che hanno calcato la Valnerina, m anche decifrare le lastre dell’altare dell’abbazia di San Pietro in Valle ed il Thyrus, simbolo della città di Terni oltre a comprendere il significato di tanti altri aspetti singolari di questa terra ancora poco conosciuta. Andremo alla scoperta dell’abbazia di san Pietro in Valle, situata nel comune di Ferentillo, collegata ad origini longobarde e alla presenza dei monaci Templari, un vero dedalo di simbolismi pagani e un percorso di grande interesse per gli appassionati di geografia sacra.
Leonida Monachini si concentra poi sui tanti “segni” che i longobardi hanno lasciato in questa terra caratterizzata da una natura rigogliosa e selvaggia che crea un fortissimo contraltare con la industrializzata Terni. L’impronta impressa dalla cultura longobarda viene passata in rassegna sia per quanto riguarda le testimonianze che ancora possiamo ammirare dal punto di vista materiale, ma anche per le persistenze linguistiche come ad esempio nel verbo dialettale “nguastisse”, ovvero adirarsi che deriva dal longobardo “wostian” cioè rendere spaventoso. Tra animali totemici e presenze nella Valnerina magica di Galileo Galilei, l’autore ci fornisce un vademecum prezioso e sorprendente per andare alla scoperta di questa parte della provincia di Terni dai tratti arcaici e singolari.