Ascanio Celestini al teatro Boni di Acquapendente

ACQUAPENDENTE ( Viterbo) – Un filo conduttore teatrale che inizia con Ascanio Celestini e termina con Miriam Scarcello quello prescelto dal Presidente Associazione Tebo Tolmino Piazzai per celebrare culturalmente il secondo week-end di Dicembre. Un viaggio pasoliniano quello in programma il 21 Dicembre alle ore 21 con Celestini ed una produzione che viene presentata al pubblico aquesiano con una nota informativa della Fabrica srl Mismaonda: “Secondo l’ICOM”, si sottolinea, “Internationals Council of Museums, le cinque funzioni di un Museo sono: ricerca, acquisizione, conservazione, comunicazione, esposizione. Come potrebbe essere un museo Pier Paolo Pasolini ? In una teca potremmo mettere la sua prima poesia: di quei versi resta il ricordo di due parole “rosignolo” e “verzura”. E’ il 1929. Mentre Mussolini firma i Patti Lateranensi, Antonio Gramsci ottiene carta e penna e comincia a scrivere i Quaderni dal Carcere. E così via, come dice Vincenzo Cerami “Se noi prendiamo tutta l’opera di Pasolini dalla prima poesia che scrisse quando aveva sette anni al film Salò, l’ultima sua opera, noi avremmo il ritratto della storia italiana dalla fine degli anni del fascismo fino alla metà degli anni ’70. Pasolini ci ha raccontato cosa è successo nel nostro paese in tutti questi anni”. Ascanio Celestini ci guida in un ipotetico Museo Pasolini, che attraverso le testimonianze di uno storico, uno psicanalista, uno scrittore, un lettore, un criminologo, un testimone che l’ha conosciuto, si compone partendo dalle domande: quale è il pezzo forte del Museo Pasolini ? Quale oggetto dobbiamo cercare ? Quale oggetto dovremmo impegnarci a acquisire da una collezione privata o pubblica, recuperarlo da qualche magazzino, discarica, biblioteca o ufficio degli oggetti smarriti ? Cosa siamo tenuti a fare per conservarlo ? Cosa possiamo comunicare attraverso di lui ? E infine in quale modo dobbiamo esporlo? “Lo spettacolo della durata di 90 minuti, ha preso parte quest’anno al Roma Europa Festival. Domenica 12 alle ore 17.30 accompagnata dal Maestro Gennaro Venditto alla chitarra salirà sul palcoscenico Miriam Scarcella in una produzione Paramidia. “La mia vita correi scriverla cantando”, si legge nella nota informativa presentazione, “è il titolo dello spettacolo che la Scarcello scrive nel cantare la gente del suo sud, di Napoli, di un mondo che è oramai messo a dura prova dall’omologazione del globale. Miriam si è tuffata da anni, nel mare delle tradizioni popolari orali, con l’interpretazione prima e la ricerca più tardi, conferendo agli antichi canti partenopei una piacevole interpretazione attualizzata dalla sua voce pulita e straordinaria. Accompagnata dal Maestro Venditto, musicista estroso, brillante, un sarto musicista dall’alta cifra stilistica che “ricama” sulle canzoni in modo originale e virtuosistico, con gusto, creando atmosfere emozionanti ed unendo due sensibilità che erano già sulla stessa onda, insieme hanno creato uno spettacolo che è un “viaggio, cantato e raccontato”, nel cuore della grande Napoli, perché Napoli è stata la “culla” del bel canto e dei grandi versi poetici, da Salvatore Di Giacomo a Libero Bobio….Miriam Scarcello, una menestrella del nostro tempo che unisce impegno sociale e melodia, versi e denuncia, grinta interpretativa e dolcezza lirica. Ecco “la cantora” dei sentimenti e delle passioni, della libertà e del riscatto, si rivolge al mondo sommessamente, indicando col canto un raggio di luce che illumina e riscalda, al di là della nostalgia”. Durata dello spettacolo 70 minuti.

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