Attribuzione fondi premialità Covid per pagamento accordo 11 aprile

Riceviamo da Laura Santori di Nursing Up e pubblichiamo: “Gent.mi come sapete, Nursing Up ha rifiutato di firmare l’accordo dell’11 aprile con la Regione Lazio, a riguardo dell’accordo per le indennità COVID.
In Emilia Romagna, ed in Toscana, se pur con numerosi difetti, è stata creata una terza classe,
per riconoscere il disagio al personale che è stato impegnato in ospedale durante il periodo
COVID, seppur nei reparti “NO COVID”.
Sono rimasta piuttosto delusa circa l’esclusione del personale sanitario esposto al COVID, per
carenza di DPI, benché in settori “NO COVID”. Oggi dalla Regione ho ricevuto una notizia che fa sperare in “qualcosa” per gli esclusi, ma anche una notizia che mi ha lasciata perplessa, essendo informata sui numeri segnalati dalle aziende, uno degli ospedali che seguo, avrebbe segnalato più professionisti sanitari a cui riconoscere l’indennità COVID, ma, ho letto, nel documento della Regione Lazio, numeri inferiori. Spero non sia successo in tutti gli ospedali del Lazio!
Nella mail di oggi, dalla Regione Lazio, in accompagnamento allo specchietto, mi comunicano che sulla base delle comunicazioni da parte delle aziende sui servizi interessati alle 2 classi di rischio e della numerosità degli operatori sanitari ivi presenti, la direzione Regionale ha elaborato la tabella che ci hanno inviato, ed è in allegato.
La comunicazione alle aziende sarà inviata dalla Direzione al fine di consentire il pagamento presumibilmente per la mensilità di giugno PV.
Per quanto riguarda il riparto dei fondi stanziati al C. 1 art. 1 del D.L. 18 come convertito dalla L. 27.2020 pari a 24.502.000 € da ripartire su TUTTI I DIPENDENTI, la direzione chiederà alle singole aziende, il dettaglio del personale in servizio alla data del 30 aprile distinto tra dirigenza e comparto al fine di implementare i rispettivi fondi.
Accertato il numero complessivo dei dipendenti sarà definita la ripartizione sui singoli fondi aziendali. Come richiesto da alcune sigle sindacali, saranno convocati 2 tavoli separati, uno per i firmatari del CCNL della Dirigenza ed uno per i firmatari del CCNL del comparto. Personalmente non sono convita. Dopo i numerosi reclami, che descritti nei giorni passati, sento parlare di una remunerazione aggiuntiva di “tutti i dipendenti”, quindi non solo il personale sanitario? …ma dovremo aspettare, così come dovremo capire chi dovrà stabilire, chi dovrà percepire gli altri soldi stanziati.
Probabilmente, come sostiene il Presidente De Palma, sarebbe stato meglio avere delle direttive
Nazionali, a cui le Regioni avrebbero dovuto attenersi, anziché leggere degli accordi, diversi e/a
macchia di leopardo, su tutta Italia.
Come Nursing Up abbiamo anche chiesto l’ampliamento dei tempi per il cambio della divisa,  dal momento che il CCNL è stata scritto in un periodo in cui non avevamo ragione di pensare ad una vestizione particolare, come quella nei reparti COVID.
Abbiamo chiesto i numeri dei professionisti sanitari esposti al COVID nella Regione Lazio. Venerdì scorso, in riunione ci venne detto che erano 465, i professionisti sanitari positivi al COVID, il 50% è infermiere, qualcosa di meno sono medici (non ricordo esattamente il numero, credo di ricordare il 45%), il resto comprende tutte le altre categorie che frequenta gli ospedali.
Come Nursing Up abbiamo chiesto i dati specifici e le differenze, tra professionisti sanitari provenienti da unità COVID e NO COVID?
…per quanto concerne le prestazioni aggiuntive, anch’essa oggetto di trattativa, Nursing Up confida in atre metodiche, come:
1. assumere medici, infermieri ed altro personale del comparto coprendo tutti i posti vacanti nelle piante organiche che dovranno tener conto dei carichi di lavoro effettivi e tenendo presente di quanto ci sta insegnando la pandemia Covid-19. Nel Lazio mancavano più di 7000 infermieri e abbiamo una graduatoria aperta e di recente pubblicazione.
2. Rivedere l’organizzazione sanitaria in ambito ospedaliero e territoriale prevedendo l’impiego e la valorizzazione degli Infermieri, ai vari livelli decisionali;
3. Rivedere gli stipendi del personale sanitario ed in particolar modo degli infermieri, molto al di sotto di altri Paesi Europei;
4. …ma ancora, non è pensabile approvare una proposta dove la quota oraria prevista per il personale dell’Area del Comparto non è equivale neanche alla metà, cioè il 50 %, di quanto previsto per l’Area della Dirigenza.
Al momento l’accordo, non ci soddisfa pienamente, ma confidiamo in qualcosa di meglio, sapere di tutte le suddette esclusioni non ci piace per niente”.

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