AUSER Viterbo ha commemorato l’eccidio nazista dell’8 giugno 1944

VITERBO – La presidente, Maria Grazia De Santis, ha deposto una corona di fiori sulla lapide in Piazza Gramsci a Viterbo ai piedi delle mura alla presenza del senatore Sergio Pollastrelli, del vice prefetto Fabio Malerba, di Lina Delle Monache in rappresentanza della Provincia.

La lapide ricorda la rappresaglia nazista contro inermi cittadini. In quel luogo, l’8 giugno 1944, vennero trucidate tre persone. Due erano uomini, cittadini viterbesi: Pollastrelli Giacomo e Telli Oreste. La terza era una donna, “una donna – dice la lapide – rimasta sconosciuta”. Nessuno ha mai saputo chi fosse, di lei è certo solo l’epilogo tragico, analogo a quello di migliaia di donne rimaste sconosciute.

AUSER Viterbo è da sempre impegnata nella trasmissione della memoria e nella difesa dei valori di tolleranza, rispetto del diverso, solidarietà per i deboli, attenzione verso i più fragili e ogni anno dal 2015 commemora quel triste evento.

Prima della deposizione, una ragazza ukraina dell’ “Associazione ucraina Volya-APS”, Iryna Sovshychuk, ha letto in originale “Contra spem Spero”, della poetessa Lesjia Ukrainka. La poesia dà voce universale a tutte le donne rimaste sconosciute vittime di violenza e sottolinea la dignità e il valore anche letterario del popolo ukraino.

YARN Bombing Viterbo ha impreziosito la mattinata collocando una sua composizione presso la lapide.

Si allega la poesia in italiano

Contra spem spero

Via, pensieri, voi, nubi autunnali!
Ora è la primavera dorata!
Forse nell’amarezza, nel pianto
Passeranno gli anni della giovinezza?

No, voglio ridere attraverso le lacrime,
Intonare canzoni nel dolore,
Sperare comunque senza speranze,
Voglio vivere! Via, pensieri tristi!

In un triste campo desolato
Seminerò fiori variopinti,
Seminerò fiori nel gelo,
Verserò su di essi lacrime amare.

E per queste lacrime cocenti si dissolverà
Quella possente crosta di ghiaccio,
Forse i fiori cresceranno – e giungerà
Anche per me l’allegra primavera.

Trasporterò un pesante masso
In cima a un’erta montagna sassosa
E, portando questo tremendo fardello,
Intonerò un’allegra canzone.

Nella lunga notte buia, impenetrabile
Non chiuderò gli occhi per un attimo,
Cercherò la stella polare,
La chiara sovrana delle notti buie.

Sì! Riderò attraverso le lacrime,
Intonerò canzoni nel dolore,
Spererò comunque senza speranze,
Vivrò! Via, pensieri tristi!

(Lesjia Ukrainka)

 

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