Bagnaccio, al via il progetto GREEN EMOTION per valorizzare l’area ed “Educare Insieme”

di SIMONE CHIANI-

VITERBO – Prende ufficialmente il via il progetto “GREEN E.M.O.T.I.O.N. – EDUCAZIONE NON FORMALE, OUTDOOR LEARNING E COMPETENZE PER LA SOSTENIBILITA” finanziato dai fondi del Dipartimento ministeriale per le politiche della famiglia (ambito “Educare Insieme“) che vedrà come protagonisti diversi enti e istituti della formazione, della ricerca e delle aree naturalistiche viterbesi. Nella mattinata di oggi si è svolto l’ultimo appuntamento di presentazione nell’Aula Magna del Liceo Buratti, seguito a quello con medesima funzione svoltosi al Liceo Santa Rosa pochi giorni fa.

I protagonisti della progettualità saranno proprio i ragazzi, ma gli obiettivi saranno in realtà perseguiti da una squadra tutt’altro che di second’ordine; in GREEN EMOTION, infatti, confluiscono le esperienze di diverse figure più che rilevanti a livello territoriale:

  • il Bagnaccio, che fungerà da sostenitore, sede e accompagnatore;
  • l’Orto Botanico Angelo Rambelli e dunque l’Unitus, con il ruolo di supporto scientifico per le azioni educative;
  • il Liceo Mariano Buratti e il Liceo Santa Rosa, che impiegheranno docenti e studenti nell’implementazione delle attività;
  • L’Associazione Genitorinform@, che assicurerà il monitoraggio, la presenza e il supporto oltre che una compartecipazione della sezione genitoriale nelle esperienze didattiche;
  • L’Universale2000, capofila del progetto.

Ma cosa prevede, in concreto, lo svolgimento di GREEN EMOTION?

Innanzitutto, l’esperienza di educazione botanica non formale, direttamente in campo, proprio nelle sedi dell’Orto Botanico e del Bagnaccio. I giovanissimi delle due scuole, accompagnati dai tutor esperti Fabio Filippelli e Bruno Femia Locri, definiti come vere e proprie “eccellenze” dell’Università della Tuscia dalla Dott. ssa e ricercatrice dell’Unitus Marcella Pasqualetti, scopriranno funzioni e meccanismi delle piante lavorando attivamente con esse, effettuando azioni di monitoraggio, censimento, identificazione e scoperta. Produrranno degli erbari didattici che rimarranno nelle scuole, un percorso etno-botanico nell’area naturale sita in Località Bagnaccio e dei veri e propri pannelli informativi per il pubblico che negli anni futuri si approccerà alla visita dell’area protetta. Abbandoneranno dunque, per alcuni giorni, i metodi tradizionali di fare lezione per scoprire il mondo esterno attraverso una “didattica del fare“.

In secondo luogo, ai fini dello svolgimento delle azioni previste dal progetto, si prevede un intervento di manutenzione e riqualificazione proprio nella ricchissima area del parco termale “Bagnaccio”, zona un tempo nota come “Acquae passeris”; la proposta di GREEN E.M.O.T.I.O.N. si inserisce nell’ambito di un progetto di ricerca condotto presso l’area termale del Bagnaccio. A partire dal 2015 l’Orto Botanico “Angelo Rambelli” dell’Università degli Studi della Tuscia – prestatore di servizi nell’ambito della presente proposta progettuale – e la Soc. Agricola il Bagnaccio – sostenitore del progetto – collaborano alla conservazione in situ ed ex situ di specie della flora autoctona del viterbese. La ricerca, e pertanto il progetto in questione, si propongono la tutela e la valorizzazione dell’area in quanto gli ambienti umidi termali rappresentano modelli complessi dove interagiscono diversi e molteplici fattori: da qui l’importanza di una sensibilizzazione ai temi ambientali, indispensabile per tutelarli e salvaguardarli, e per creare un legame identitario con il territorio.

Un progetto, dunque, che unisce l’importanza della salvaguardia ambientale, con particolare riferimento alle zone con la crescita di specie e fauna rare, alla necessità di implementare azioni di educazione non formale per attirare i giovani al mondo della botanica e del rispetto dell’ambiente, compreso nella sua fragilità.

Al termine di GREEN EMOTION ci si aspetta, oltre a un nuovo volto dell’area su cui si andrà a intervenire attraverso interventi strutturali, una nuova consapevolezza delle parti civili e istituzionali coinvolte, necessaria alla divulgazione verso il grande pubblico della fragilità a cui certi ambienti sono soggetti e, per concludere, dell’esigenza assoluta di interventi affinché essi vengano protetti e valorizzati.

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