Bengasi Battisti: “Aumenti tariffa idrica: i sindaci revochino la decisione e aprano una stagione dei diritti”

VITERBO- Riceviamo da Bengasi Battisti Consigliere Comunale – Coordinamento Nazionale Enti Locali per l’Acqua Pubblica e pubblichiamo: “Aumento dell’acqua ingiusto perché ai Cittadini si caricano gli errori della politica e gli interessi di una certa partitocrazia . Profondamente inopportuno perché viene approvato in un periodo difficile per Comunità e Famiglie . I Sindaci che hanno votato questa ingiustizia e quelli che hanno per ipocrisia disertato hanno reso ancora più caro e . per alcune famiglie insopportabile , il costo di un bene primario e indispensabile .

Si intravede anche una certa incostituzionalità nell’applicare una tariffa così elevata in un territorio dove molte famiglie sono prive di accesso all’acqua per la presenza di arsenico . E’ mancato un dibattito e la sensazione è che abbia prevalso una certa obbedienza ormai troppo spesso evidente nelle decisioni sovracomunali . Prima la scellerata e ingiusta privatizzazione poi gli inopportuni aumenti evitando costantemente e consapevolmente di introdurre la discussione su un nuovo modello gestionale che ponga fine alle ingiustizie della Talete e introduca il principio di acqua diritto inalienabile , pubblica e fuori dal mercato . Solo una gestione pubblica per la quale lottano da anni molti Cittadini , comitati , associazioni e amministratori può permettere il sostegno dalla fiscalità generale dei costi di un’ambito territoriale estremamente debole come quello Viterbese . E’ chiaramente ingiusto e immorale caricare costi di scelte profondamente sbagliate su quei Cittadini che le hanno subite qualche volta anche con atti di protervia in contrasto con la diffusa volontà popolare. Non è affatto giusto che la scelta sbagliata di individuare un ambito , come il nostro , dove la Regione ha concentrato le sorgenti con elevato contenuto di arsenico rendendolo ” la più grande emergenza umanitaria d’Europa per l’alto numero di abitanti di fatto privi di accesso all’acqua” , abbia un modello gestionale che carica i costi esclusivamente sui CITTADINI . Non è affatto giusto che il fallimentare e oneroso metodo di dearsenificazione con costi di gestione che superano i 10 milioni di euro l’anno siano solo sulle spalle dei CITTADINI . Sui beni comuni indispensabili per la vita si misura la SOLIDARIETA’ SU CUI SI FONDA IL DIRITTO UMANITARIO . Sull’acqua , sulla sua qualità , sugli insopportabili costi siamo ultimi e ai margini , siamo un tema su cui la sinistra in particolare dovrebbe fondare la propria ragione di esistere . Per una volta la disobbedienza può trasformarsi in virtù per porre fine a un’ingiustizia sociale e aprire , a partire da Viterbo , la stagione dei DIRITTI “.

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