Bengasi Battisti: “L’acqua è un diritto e non una merce, il bando esplorativo per privatizzare Talete è una sconfitta della democrazia”

CORCHIANO (Viterbo) – Riceviamo da Bengasi Battisti consigliere comunale di Corchiano e pubblichiamo: “La notizia del bando esplorativo per privatizzare la Talete è la sconfitta della democrazia, è l’arroganza della peggiore partitocrazia, che anche nel viterbese annulla la nobile volontà popolare. Ai sindaci e agli amministratori della Tuscia con i quali ho condiviso la entusiasmante battaglia per l’acqua pubblica e che oggi abbassano la testa trasformandosi in privatizzatori e mercificatori del bene comune più prezioso chiedo coerenza. A tutti gli amministratori che in quegli anni di impegno straordinario issavano le bandiere dell’acqua pubblica sulle torri civiche chiedo il coraggio della lealtà. Chiedo di non tradire quelle tante persone che hanno condiviso il nostro cammino referendario e di non tradire i consigli comunali che hanno promosso e sostenuto la proposta di legge regionale di iniziativa popolare sull’acqua pubblica, divenuta poi legge con il voto unanime del consiglio regionale. Invito pertanto tutti loro, sindaci e amministratori, a non cedere alle lusinghe e alle pressioni di quei padroni delle tessere che fondano il loro effimero potere sulle clientele, così come a non cedere alle logiche della mercificazione dei beni comuni per il timore di perdere potere e rappresentatività. Dunque, giunti oramai a questo punto della vicenda Talete, mi rivolgo direttamente a ognuno di voi, sindaco, assessore o consigliere comunale. Mi rivolgo a voi tutti, un tempo compagni di viaggio appassionati, che avete vissuto da protagonisti quella stagione referendaria e di straordinaria proposta legislativa dal basso. Ebbene, vi dico: scuotetevi dal torpore della cieca obbedienza e ritrovate quell’entusiasmo con cui orgogliosamente sventolavate le bandiere dell’acqua pubblica. Siate forti delle idee che tutelano le persone e le generazioni future. Rispiegate quelle bandiere che sicuramente conservate ancora e che hanno rappresentato una sorprendente stagione referendaria a difesa dei beni comuni. Issandole di nuovo nei luoghi simbolo delle comunità vedrete come certi padroni indietreggeranno rinunciando alla meschinità della mercificazione del
bene indispensabile per la vita di ogni essere vivente. L’acqua è un diritto e non una merce”.

 

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