Biblioteca Consorziale, Pelliccia: “Donare non è scontato. Grazie all’amico Enrico Panunzi”

VITERBO – Riceviamo da Paolo Pelliccia (Commissario Straordinario Biblioteca Consorziale di Viterbo) pubblichiamo: “Una celebre lettera di Leopardi contiene una frase che continua a colpirmi per arguzia e verità: «io vi dedico un dono che voi mi avete fatto». E proprio questo è il senso della comunicazione odierna, dedicare un dono che un singolo componente ha fatto ad un’intera Comunità. La Biblioteca è infatti stata nuovamente beneficiaria di un’importante sovvenzione destinata all’acquisto libri. Il dott. Enrico Panunzi, consigliere regionale e amico di lunga data della Biblioteca, sempre pronto ad aiutarne la comunità in momenti e circostanze diverse, è tornato – per altro a pochissima distanza dalla precedente campagna di raccolta fondi – a donare alla Biblioteca. A lui, come a tutti gli altri che hanno già contribuito, e ancora più a coloro che vorranno aiutarci in questa nostra battaglia di civiltà per una lettura pubblica e gratuita, va il nostro sentito ringraziamento. Perché chi dona alla Biblioteca, e ci tengo a ribadirlo e sottolinearlo con forza, non dona a un’Istituzione, ma dona alla collettività. La trasparenza di gestione e la destinazione univoca di quei fondi è infatti a pro esclusivo di questa famiglia di lettori, di questa famiglia fondata sui valori della cultura e del rispetto, di questa comunità di amici che si sostengono e prevengono nei singoli bisogni, appunto, donando in maniera disinteressata. Se la donazione non è un fattore scontato e che anzi ci commuove ogni volta, al contrario il rendere omaggio, il ringraziare e l’attestare pubblicamente il merito di un gesto così semplice eppure così raro è invece un nostro precipuo dovere. C’è chi aiuta con un mattone, chi con una trave, chi con la propria forza, ma il senso di fondo è sempre lo stesso e la missione chiara e precisa: costruire una casa per la comunità, riempire di idee un luogo di tutti, aiutare chi non può ad avere possibilità di crescere”.

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