Biodistretto della via Amerina e delle Forre sul deposito di scorie nucleari: “La misura è colma”

VITERBO- Riceviamo e pubblichiamo: “È stato pubblicato l’elenco ufficiale delle 51 aree idonee ad ospitare il deposito di 100 mila tonnellate di scorie nucleari, di queste ben 21 sono nel viterbese, ovvero il 40% dei siti previsti nell’intero territorio nazionale. La Tuscia, non il Lazio come si racconta, è il territorio con il maggior numero di siti potenzialmente idonei alle scorie nucleari in Italia: una cosa scandalosa.

Lo è logicamente, se pensiamo che la Tuscia rappresenta più o meno l’% della superficie del territorio italiano, ma lo scandalo è ancor più serio, se si va a guardare i documenti scientifici e tecnici che accademici dell’Università degli Studi della Tuscia, esperti, responsabili delle istituzioni, l’intero tessuto produttivo della provincia e lo stesso Biodistretto hanno più e più volte illustrato ai tecnici della Sogin.

La Sogin e il Ministero non hanno raccolto una parola del grande lavoro che è stato fatto, anzi hanno reso ancor più problematica la posizione della provincia viterbese. Scandalo nello scandalo è l’atteggiamento del Ministro Frattin, che ha ignorato la richiesta di chiarimento che viene da tanto, troppo tempo da 35 sindaci della Tuscia.

Di seguito la lettera che quattro giorni orsono abbiamo inviato a tutti gli esponenti dei partiti di maggioranza e di opposizione, e ai loro rappresentanti nel consiglio regionale del Lazio e in Parlamento. Questa lettera, se ieri sottolineava un problema, oggi ha il significato di una urgenza e di una emergenza che non può essere né ignorata, né rinviata: “È stato pubblicato l’elenco ufficiale delle 51 aree idonee ad ospitare il deposito di 100 mila tonnellate di scorie nucleari, di queste ben 21 sono nel viterbese, ovvero il 40% dei siti previsti nell’intero territorio nazionale. La Tuscia, non il Lazio come si racconta, è il territorio con il maggior numero di siti potenzialmente idonei alle scorie nucleari in Italia: una cosa scandalosa. Lo è logicamente, se pensiamo che la Tuscia rappresenta più o meno l’% della superficie del territorio italiano, ma lo scandalo è ancor più serio, se si va a guardare i documenti scientifici e tecnici che accademici dell’Università degli Studi della Tuscia, esperti, responsabili delle istituzioni, l’intero tessuto produttivo della provincia e lo stesso Biodistretto hanno più e più volte illustrato ai tecnici della Sogin.

La Sogin e il Ministero non hanno raccolto una parola del grande lavoro che è stato fatto, anzi hanno reso ancor più problematica la posizione della provincia viterbese. Scandalo nello scandalo è l’atteggiamento del Ministro Frattin, che ha ignorato la richiesta di chiarimento che viene da tanto, troppo tempo da 35 sindaci della Tuscia”.

 

 

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