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“Building Future Together”: il Forum internazionale di Greenaccord

di FRANCESCA MACCAGLIA-

FRASCATI – Si è svolto tra Roma e Frascati il XVI Forum internazionale della Salvaguardia della Natura “Building Future Together” 2024. “Il punto di svolta: insieme si può, organizzato dall’Associazione Culturale Greenaccord con la collaborazione dei suoi partner tecnici e i media partner, e con il patrocinio del CONI, dell’UNESCO, della Regione Lazio, del Consiglio Regionale del Lazio, del Comune di Roma, dell’USSI, del Comune di Frascati, della FNSI, dell’UCSI, della ENAJ e della Fondazione Italiana di BioArchitettura. Il primo panel di apertura, presso il Centro Sportivo del Comitato Olimpico del CONI, è stato moderato dalla vicepresidente USSI (Unione Sportiva Stampa Italiana), Domenica Caligaris, ed ha avuto come tema il contributo delle donne. Nei saluti iniziali il presidente di Greenaccord, Alfonso Cauteruccio, ha sottolineato il valore delle donne.“Con la loro creatività, genialità e generosità, – ha detto – le donne stanno operando nel mondo in termini di attivismo, di ricerca scientifica, di sensibilità politica e di scelte concrete. Hanno una marcia in più e sanno essere più determinate e incisive”.

La prima relatrice, Joellen Russell, del Dipartimento di Geoscienze dell’Università dell’Arizona, ha evidenziato come le catastrofi naturali provengano dall’oceano, dal profondo, sono dati di matematici. Soffermandosi in special modo sul riscaldamento degli oceani, – ha dichiarato – “Se conosciamo l’oceano, possiamo far sì che ciascun paese sia responsabile delle proprie emissioni. È importante non solo ciò che entra, ma anche ciò’ che esce dall’oceano”. Fondamentale quindi il monitoraggio, è necessario un controllo sul carbonio.

La seconda relatrice, Grazia Di Salvia, amministratrice delegata di ITEA, ha posto il focus sulla innovazione tecnologica, nella fattispecie la Ossicombustione Flameless Pressurizzata, l’Ossicombustione senza fiamma. Di Salvia si è soffermata sulla diversità tra gli Impianti di combustione tradizionale con aria e gli Impianti di Ossicombustione in pressione, che sono impianti piccoli, ed hanno un minore impatto paesaggistico. L’Ossicombustione, inoltre, non produce cenere, produce materiale vetroso e va ad essere riutilizzato.

La seconda parte del primo panel è stata moderata da Enza Beltrone, Responsabile Progetti e Iniziative USSI. Quattro gli interventi che si sono susseguiti. Il primo contributo, una video intervista, realizzata in webinar, dalla giornalista Alessandra Turco alla ecologista e parlamentare europea, Annalisa Corrado. A seguire, in sala, il contributo di Alessandra Diotallevi, Responsabile del Servizio Sostenibilita di ANIA assicurazione, la quale ha sottolineato il doppio ruolo delle assicurazioni nella sostenibilità. Da un lato quello di investitore istituzionale riportando la cifra dei 900 miliardi di investimenti, dall’altro, quello di fornitore di protezione; ed ha parlato delle politiche di investimento e delle politiche di disinvestimento, gli investimenti delle compagnie nella neutralità climatica e i loro obiettivi intermedi.

Elena Pantaleo, atleta, consigliera CONI, e giurista, ha dichiarato: “Non stiamo affrontando il cambiamento climatico. Non sì può affrontare una crisi climatica in maniera settoriale, occorre un approccio globale.  La sostenibilità ambientale passa sempre dalla sostenibilità sociale ed economica. Ci vogliono le linee guida non da piccolo paese, ma con una visione globale”. La sessione mattutina si è conclusa con l’intervento del Ten. Col. Emanuela Gini, biologa naturalista, quasi trent’anni di servizio nel Corpo Forestale dello Stato, ora sta proseguendo la sua attività nell’Arma dei Carabinieri e fa parte del Comando Tutela Forestale e Parchi. “La prevenzione è fondamentale. Educazione ambientale, educare per far prendere coscienza alle nuove e alle vecchie generazioni, l’ambiente va tutelato e occorre ragionare in prospettive molto più ampie. Serve un approccio serio, procrastinato nel tempo, serve una cura”. Molto interessanti le domande e gli spunti offerti dai giornalisti alle relatrici.

Nella sessione pomeridiana, il panel relativo al contributo dello sport, è stato moderato dallo scrittore e giornalista Valerio Piccioni. Il primo relatore, il prof. Mario Pescante, deputato al Parlamento europeo con una carriera sportiva nazionale, membro osservatore permanente del CIO presso l’Assemblea delle Nazioni Unite, si è soffermato sul tema della sostenibilità nel rapporto ONU. Nel 1987, – ha spiegato – in agenda erano contemplati solo gli aspetti della tutela dell’ambiente. Più tardi sono state inserite altre variabili: l’aspetto economico, sociale e anche politico; soffermandosi poi sulla Tregua olimpica. Nell’Agenda del CIO ci sono due raccomandazioni, la quarta e la quinta, e la stessa agenda cita ben dieci volte la parola “sostenibilità”. A questa parola si è aggiunta successivamente la parola “legacy”, l’eredità, i giochi devono essere qualcosa che devono lasciare qualcosa di ereditabile per il futuro. Soprattutto nel secolo passato, le olimpiadi troppo spesso hanno preso iniziative molto poco rispettose nei confronti della natura. Le Olimpiadi moderne, quelle del Terzo Millennio, contengono altri principi, i valori della sostenibilità e della legacy. Pescante si è soffermato quindi a spiegare le Olimpiadi di Atene, di Pechino, di Londra, quest’ultima considerata la salvatrice delle Olimpiadi cancellando gli sprechi di Atene. Il villaggio olimpico di Londra fu costruito nei quartieri di Londra, nei sobborghi, ed ha inquadrato i giochi in uno schema tale con i valori della sostenibilità e della legacy che è diventata un canovaccio per i giochi olimpici successivi. Parigi 2024 ha affrontato qualche volta, anche con il fiato in gola, il tema ambientale. La percentuale delle donne che ha preso parte alle Olimpiadi di Parigi corrisponde al 54,6%. La presenza della scuola dei rifugiati. La rappresentanza significativa di 33 atleti dichiarati neutrali, con il passaporto della Russia e della Bielorussia. Il prof. Pescante ha concluso il suo intervento con il Motto del CIO, “Più’ veloce, più alto, più forte”, al quale è stata aggiunta la parola Together, Insieme.

Gloria Zavatta, la direttrice dipartimento legacy e sostenibilità, ha ricordato che Torino 2006 fu una delle prime Olimpiadi ad avere la Commissione ambientale e si è soffermata sulla spiegazione del progetto MilanoCortina 2026 evidenziando la crescita di presenze femminili. Nel sito del CONI si possono consultare le Linee Guida sulla rappresentazione nello sport:100 esperte per lo sport, una “call to action” per diffondere valori base del CIO.

A seguire, il dettagliato intervento di Jacopo Romeo, Responsabile della comunicazione dell’Udinese, una squadra da trent’anni in serie A, della quale proprietaria è la famiglia Pozzo, che ha presentato come un modello di business virtuoso e sostenibile. Di fondamentale importanza la Governance la scelta di Committment green. Una comunicazione internazionale. Il Blu Energy Stadium, dove vengono utilizzate solo energie da fonti rinnovabili. Le pochissime emissioni restanti vengono compensate con la piantumazione di alberi. La costruzione di un Parco fotovoltaico sostenibile, il primo stadio green con le batterie. L’Udinese è una squadra multietnica. Eco Summer Camp per i ragazzi (le maglie). Una politica a 360 gradi per coinvolgere tifosi, ragazzi, scuola e comunità. Nell’ultima parte della sessione pomeridiana è stato posto il focus sull’impiantistica, con l’arch. Simone De Feo, GAU ARENA, relatore al posto di Gino Zavanella, progettista dello Juventus Stadium, il primo stadio in Italia che ha realizzato un progetto della sostenibilità nello stadio. L’architetto si è soffermato anche su altri stadi, tra i quali l’Allianz Stadium di Torino, uno studio sartoriale, in modo da coniugare la sostenibilità ambientale ma anche la sostenibilità economica analizzando il consumo del suolo, l’utilizzo di materiali e le risorse. La priorità, sfruttare e riqualificare il patrimonio esistente, quello attuale di Torino recupera il 50% dello stadio esistente, rispetto al vecchio Stadio delle Alpi. Lo stadio di Bologna, costruito negli anni Venti del secolo scorso, poi ristrutturato negli anni 90, adesso è vincolato ed ha una grandissima storia. È stato recuperato più di un ettaro di superficie, più di uno stadio da calcio. I nuovi stadi sono dotati di strutture eleganti, una sostenibilità anche sociale, non hanno barriere, per creare la maggiore inclusività. Spazi ospitalità e servizi di qualità. Lo stadio di Cremona e quello di La Spezia sono stadi più piccoli, da 12000 posti, ma non rinunciano a mettere servizi per la comunità. Si tratta di ambienti molto intimi, accoglienti che possono essere utilizzati ogni giorno. I materiali sono ricaricabili, che possono essere riutilizzabili e riciclabili a fine vita ed una facilità della manutenzione. Lo stadio di Avellino, è un progetto in corso, da 20000 posti, è uno stadio con molti servizi. Una forma unica, apparentemente, ma con pochi costi di gestione e manutenzione, irregolare, calato sulle esigenze della squadra. Un esempio di stadio alimentato da fonti rinnovabili è lo Stadio di Bologna, “Nearly Zero Energy”, connesso, cablato, con il recupero dell’acqua piovana, il campo è riscaldato con calore recuperato dalle pompe di calore, uno stadio più sicuro.

Gli ultimi due relatori, Alessia Scappini, amministratrice delegata di Revet spa, si occupa dei rifiuti urbani dei cittadini. L’ hub del riciclo più importante dell’Italia centro meridionale. È l’unica azienda italiana che gestisce completamente l’intero riciclo delle plastiche miste. Marco Lollobrigida, vicedirettore di Rai Sport che si è posto la seguente domanda: in che modo posso contribuire da giornalista? Importantissima la testimonianza sensibile, la presenza delle cose sensibili. In Italia si va avanti a deroghe e a proroghe. Al termine della sessione ancora domande per i relatori da parte dei giornalisti presenti in sala.

Le successive sessioni di venerdì 11 e sabato 12 ottobre, si sono tenute a Frascati, presso il Centro Papa Giovanni XXIII, e sono state dedicate al contributo della politica e delle istituzioni, dell’economia e della finanza, della tecnologia e dell’impresa. L’ultima riflessione dedicata alla comunicazione ambientale, tra divulgazione scientifica e diffusione civica con il conferimento finale del “Greenaccord International Media Award”.

Sabato 11 ottobre, il primo panel relativo al contributo della politica e delle istituzioni, è stato moderato dalla giornalista francese Yanne Boloh ed ha visto al tavolo del Forum, Sabrina Alfonsi, assessore all’Agricoltura Ambiente e Ciclo dei Rifiuti del Comune di Roma, la quale ha sottolineato la difficoltà per le persone più vulnerabili e fragili di adottare comportamenti sostenibili ed ha evidenziato l’intenso lavoro svolto dall’Ufficio Clima del Comune di Roma.

Il direttore scientifico di Greenaccord, Andrea Masullo, ha dichiarato: “Il punto di svolta, necessario per evitare le catastrofi previste e costruire un futuro migliore, è difficile ma non ancora impossibile. L’uomo deve tornare al centro del sistema, insieme alla natura di cui fa parte. La politica, oggi sottomessa ad una economia a sua volta asservita alla finanza, deve tornare ad assumersi la sua responsabilità di guida dell’economia, orientando la finanza. Abbiamo solo due opzioni: invertire la rotta rinnovando profondamente il nostro sistema economico oppure non far nulla lasciando enormi problemi alle prossime generazioni. Invertire la rotta significa anche creare nuove istituzioni democratiche in cui seggano con pari dignità e pari diritti tutti i paesi, quelli ricchi quelli in via di sviluppo e quelli poveri, promuovendo un nuovo clima di cooperazione internazionale”.

La sessione mattutina ha visto anche la presenza dell’ex ministro dell’Ambiente, on. Alfonso Pecoraro Scanio. “Quello che serve in questo momento – ha dichiarato – è una grande responsabilizzazione, lavorare verso le istituzioni, e coordinare la transizione ecologica con quella digitale. La comunicazione deve assicurare verità e speranza, perché sono le buone notizie e i giusti cambiamenti a modificare gli atteggiamenti individuali e collettivi in un Paese dall’identità sbiadita e dalla moralità consunta”.

Il segretario della Fondazione Cinese per la tutela della biodiversità e per lo sviluppo verde, Jinfeng Zhou, ha indicato come “una nuova economia ‘carbon neutral e plastic free’ sia anche un’economia della felicità”. “Solo dalla cooperazione, transnazionale e interdisciplinare, – ha dichiarato – può nascere un’occasione di conversione ecologica reale e duratura che può ridurre le disuguaglianze e le tante violenze del nostro tempo”.

L’ultima relatrice, Maria Michela Morese, Senior Natural Resources Officer – Food and Agriculture Organization of the United Nations (FAO), la quale ha spiegato, “L’agricoltura è, da una parte, vittima del cambiamento climatico, dall’altra parte, però, l’energia che viene utilizzata nei sistemi agroalimentari è una causa di un terzo delle emissioni di gas ad effetto serra. I sistemi agroalimentari devono essere trasformati, devono essere resi più sostenibili, più efficienti ed essere in grado di produrre cibo per una popolazione che è in crescita e che prevediamo arrivi a circa dieci miliardi nel 2050”.  

La sessione pomeridiana, con il focus sul contributo degli esponenti del mondo della tecnologia e dell’impresa, è stata moderata da Gaetano Rizzo, presidente dell’Unione Stampa Sportiva Sicilia, ed ha visto al tavolo i seguenti relatori: Andrea Bertolini, professore incaricato di diritto della robotica ed intelligenza artificiale al Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università Sant’Anna di Pisa e consigliere della Fondazione Ai4Industry. Il secondo contributo di questo panel, quello di Andrea Ciacci, presidente di Acsel spa, un’azienda che si occupa della raccolta dei rifiuti. Se non vengono modificati gli stili di vita e di produzione, la tecnologia sarà solo parzialmente risolutiva. A seguire, Nicola Canenna, presidente della Fondazione H2U, autore del libro “Idrogeno, il nuovo oro. Sole, vento, elettricità, idrogeno. L’energia del nostro futuro”, il quale ha parlato dell’idrogeno ed in particolare dell’idrogeno verde, la variante pulita dell’idrogeno che non è presente in natura e si produce attraverso le fonti rinnovabili, a seguito del processo di elettrolisi, senza creare effetti inquinanti. Una scelta green che è stata già adottata da diverse comunità.

Andrea Micangeli, docente di Tecnologie per l’Autonomia e l’Ambiente de La Sapienza e della State University di New York e l’Università di Nairobi che ha affrontato il tema delle comunità energetiche, le cosiddette mini grid, le piccole reti che possono essere connesse alla rete nazionale oppure isolate. “La mission principale dell’Università – ha spiegato – è la formazione – trovare insieme, together, delle soluzioni e realizzarle con le comunità locali – ed è legata alla mission del trasferimento della conoscenza acquisita: sul territorio, alle aziende, al cittadino comune. La CER è il modo in cui l’energia torna nelle mani dei cittadini: produrla e venderla o autoconsumarla significa condivisione delle risorse energetiche e non solo, anche potenziamento delle relazioni e della collaborazione”. L’ultimo intervento, Pietro Angelini, amministratore delegato del Distretto Tecnologico per la Nautica e la Portualità Toscana e direttore Generale di Navigo, che ha introdotto il tema dell’economia del mare.

Domenica 12 ottobre, la sessione mattutina è stata moderata da Angelica Fiore, già capo redattore economia TG2 Rai ed ha visto come primo relatore il prof. Leonardo Becchetti dell’Università di Roma Tor Vergata: “L’Agenzia internazionale del Clima ha detto che tutti i Paesi stanno andando oltre il loro target nella crescita delle rinnovabili in tutto il mondo. La Cina e il Brasile, in particolare, stanno stupendo, perché oggi costa meno produrre energia in modo eco sostenibile. Il PNRR è nato con l’obiettivo di affrontare la transizione ecologica e digitale”. I giornalisti presenti in sala hanno successivamente ascoltato in webinar l’intervento del prof. Robert Costanza, University College London, sull’interazione tra sistemi ecologici ed economici. Quindi, in sala, l’ultimo intervento, Dileymi Orozco, del Consiglio Tecnico Gruppo di Finanziamento Climatico per l’America latina (GFLAC).

La sessione pomeridiana, moderata da Luisella Meozzi, storica giornalista di Greenaccord, ha visto come prima relatrice Alla Sadovnyk, giornalista dell’emittente pubblica Ucraina, la quale ha analizzato le gravissime conseguenze ambientali della guerra in Ucraina e come i cittadini attualmente stanno sopravvivendo grazie all’energia nucleare. A seguire, gli interventi dei giornalisti della Greenaccord Network: Katiana Murillo, coordinatrice di LatinClima (Costarica), che ha parlato del turismo sostenibile in Costarica, un esempio virtuoso di ecologia, tanto da puntare a diventare il primo Paese al mondo senza plastica e a zero emissioni. Keya Acharya, presidente del Forum dei Giornalisti Ambientali in India, la quale si è soffermata sulla questione climatica in India, Álvaro González Gervasio, direttore dell’Instituto Uruguayo de Turismo Sustentable, per il Marocco, Hicham Houdaifa, Journalist and founder of the “En toutes lettres”, per ultimo, il giornalista e comunicatore Stefano Martello, con un focus su luci e ombre dello stato della comunicazione ambientale in Italia.

Infine, il conferimento del premio Greenaccord International Media Award da parte del presidente Cauteruccio a due giornalisti provenienti dalle due nazioni più rappresentative dell’Asia, il caporedattore della testata Mongbay India, S. Gopikrishna Warrier, (https://india.mongabay.com/) e a LIU Jing giornalista di CBCGDF Media (China) (https://cbcgdf.wordpress.com/).

Le conclusioni del direttore scientifico di Greenaccord, Andrea Masullo, il quale ha dichiarato: “Le istituzioni devono prendere sul serio quello che dice la politica. Dai cambiamenti climatici, alle distruzioni delle biodiversità, tutti questi eventi ci ammoniscono che stiamo correndo verso una tempesta perfetta, e se ci caschiamo dentro sarà molto difficile uscirne. Dobbiamo quindi fermarci e pensare ad uno sviluppo diverso, perché questo non ci porta lontano”.

Ottima l’organizzazione da parte del team di Greenaccord. Un grande plauso anche ai bravissimi traduttori e interpreti simultanei nelle quattro lingue in cabina regia che hanno reso possibile la comprensione dei diversi interventi. Tutti i presenti sono tornati a casa con la consapevolezza che c’è necessità di sensibilizzare più gente possibile ai temi della salvaguardia dell’ambiente: dai singoli cittadini alle istituzioni, al mondo della politica. Lo sforzo deve diventare contagioso, perché c’è bisogno di tutto e di tutti.

 

 

 

 

 

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