Caccia al cinghiale, Mancinelli: “Meno decisionismo e più confronto aiuterebbe per soluzioni più utili”

VITERBO – Riceviamo da Sandro Mancinelli e pubblichiamo: “In sede di Comitato Tecnico Faunistico Venatorio Regionale i dirigenti regionali hanno preannunciato che  la Regione Lazio adeguerà   il periodo di caccia al cinghiale a quanto previsto dal DL Agricoltura , definitivamente convertito. L’arco temporale massimo di prelievo per la specie sarà  esteso a 4 mesi, e la Regione si appresta ad anticipare l’apertura al 1° Ottobre.

Se l’obiettivo è quello di aumentare la pressione venatoria ai fini del contenimento della specie, andando incontro alle richieste del mondo agricolo ed alla emergenza PSA, per quanto riguarda almeno la nostra provincia, si profila pressochè inutile.

Il mese di Ottobre per condizioni climatiche, ambientali, di sovrapposizione di periodi venatori, di altre  pratiche agricole e ludiche,  presenta notevoli punti molto critici per un esercizio proficuo sul terreno da parte delle squadre di braccata. Opportunità che sarà quindi difficilmente colta.

Come andiamo sostenendo per altri aspetti riguardanti l’esercizio venatorio, non si può pensare di disciplinarlo in maniera uniforme in tutto lo stivale. Stupisce che proprio i propugnatori della “autonomia differenziata “ non tengano conto di questa realtà.

Va bene il prolungamento dell’arco temporale massimo a 4 mesi, ma se lo si vuol rendere fruibile nelle diverse realtà si accompagni ad una modifica della 157/92 che lo renda praticabile e modulato nel periodo da Ottobre e Febbraio, tenendo conto delle concrete situazioni sul terreno.

Lo diciamo perchè la Regione potrebbe , se vuole, porsi in maniera critica e propositiva anche con il Ministero dell’Agricoltura e non solo adeguarsi passivamente. Sempre Fratelli rimangono . O no ?

Nella stessa seduta gli uffici regionali hanno pure preannunciato che nella bozza di Disciplinare  predisposta  per la valutazione del CTFVR e poi l’adozione con Decreto del Presidente Rocca ,  terranno conto delle varie  proposte  presentate dai territori  in misura assolutamente marginale.

Come avevamo suggerito e sostenuto anche l’anno passato è – al  netto dei tanto sorrisi , delle pacche sulle spalle  .  delle agitazioni preelettorali di quest’anno  – un metodo sbagliato .

Ma da parte di una Regione che – anche coi commissariamenti – vuol controllare direttamente  la caccia con una pratica centralistica , niente democratica e poco  rispettosa dei territori e delle loro rappresentanze e che su questo evita il confronto , c’è poco da aspettarsi”.

 

image_pdfEsporta in PDFimage_printStampa la pagina
Condividi con:
LEGGI TUTTE LE NOTIZIE