Università Unimarconi

Cafiero De Raho (proc. Antimafia) in Senato: “Importante avere concessionari del gioco pubblico”

“Come Direzione Nazionale teniamo a questo tema in modo particolare perchè il gioco e le scommesse rappresentano nella loro organizzazione uno dei meccanismi attraverso cui la criminalità organizzata di matrice mafiosa si avvale al fine di raggiungere l’obiettivo del riciclaggio. L’utilizzazione di questo sistema costituisce oramai una modalità seguita da mafia, camorra, ‘ndrangheta”. E’ quanto ha detto Federico Cafiero De Raho, Procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo in audizione in Commissione parlamentare di inchiesta sul gioco illegale e sulle disfunzioni del gioco pubblico al Senato – riporta l’Agenzia Agimeg.

“Credo che fin dal 2015 quando a Reggio Calabria è stata portata avanti quella importante operazione che aveva preso il nome di Gambling emerse in modo chiarissimo quale fosse la capacità delle organizzazioni criminali di utilizzare il gioco per raccogliere scommesse e per utilizzare il sistema del gioco per ripulire il proprio denaro. Nell’ambito di quella indagine, all’epoca ero Procuratore della Repubblica di Reggio Calabria, vennero eseguite 28 ordinanze di custodia cautelare in carcere e agli arresti domiciliari per associazione mafiosa, oltre che diversi divieti, ma ciò che rilevò in maniera particolare fu l’esistenza di una pluralità di società estere, ben 11 società estere, 45 società operanti nel settore dei giochi sul territorio nazionale. Vennero sequestrati oltre 1.500 punti commerciali sul territorio nazionale per la raccolta delle giocate e 88 siti nazionali e internazionali. In tutto il valore dei beni sequestrati ammontò a quasi 2 miliardi di euro. Si evidenziò che l’organizzazione aveva inizialmente aperto una piattaforma per il gioco online in Austria e successivamente aveva trasferito lo stesso strumento nell’isola di Malta. Malta rappresenta molto spesso il territorio a cui fanno riferimento le organizzazioni criminali per costituire una loro base. Anche in quella occasione avemmo una collaborazione, abbiamo eseguito sequestri anche sull’isola di Malta. Per quanto sotto un certo profilo si rilevi una legislazione debole e apertura verso eventuali accoglienze di iniziative economiche straniere, c’è anche una collaborazione. Emerse che nei punti di raccolta delle giocate attraverso varie modalità si riusciva a far passare somme di denaro consistenti in modo da coprirle come giocate mentre in realtà si trattava di forme di trasferimento di denaro al di fuori del territorio nazionale. Denaro di provenienza della stessa organizzazione ‘ndranghetista”, ha sottolineato.

“Nel 2018 un’altra grande operazione è stata ‘Galassia’. In questa operazione consentì di evidenziare come sia l’organizzazione mafiosa barese, sia altra organizzazione siciliana di Catania, sia ancora altra organizzazione mafiosa della Calabria si erano rivolte ad uno stesso riferimento tecnico, per la capacità di organizzare il gioco online. Attraverso tale riferimento tecnico erano riusciti a porre sul territorio oltre che punti di raccolta scommesse, società estere ancora una volta piattaforme all’estero attraverso le quali veniva gestito il gioco online. Questa volta addirittura attraverso l’operazione si evidenziava come tre diverse organizzazioni mafiose avevano operato quasi in consorzio perchè erano tutte poste su un piano di accordo criminale per muoversi attraverso gli stessi soggetti, ciascuna con una propria organizzazione. Anche in questo caso vennero effettuati sequestri di 23 società estere, 15 società italiane, 33 siti web nazionali e internazionali, oltre che immobili e conti correnti per un valore complessivo di 723 milioni di euro. Le società sequestrate all’estero avevano sede in Romania, Austria, Malta, Curacao, Isola di Man, Svizzera, Lussemburgo, Serbia. Attraverso i punti di raccolta scommesse si riusciva a far passare denaro di provenienza delle stesse attività criminose coprendole sotto la forma della giocata in modo che si portassero all’estero e giustificate al momento dell’acquisizione all’estero. Quel che voglio sottolineare è come queste attività diventano sempre più frequenti”; ha continuato.

“Una recente attività investigativa, marzo e maggio 2021, in Sicilia, mostrano sempre un’interesse delle organizzazioni mafiosi ad operare sul circuito online attraverso piattaforme costituite all’estero. Questa modalità operativa trova un’aggancio nel principio di libertà di stabilimento, cioè la possibilità che hanno in Europa i soggetti economici di operare con sedi al di fuori del territorio dello Stato. Così utilizzano una modalità che le fa apparire come società straniere ma che in realtà finiscono per operare nel territorio nazionale. Questo comporta una violazione degli oneri tributari e una grave danno per il nostro Paese. Ciò finchè ci troviamo di fronte a soggetti concessionari nei Paesi esteri e che operano nell’ambito dell’osservanza della disciplina minima europea che consente loro di operare. Le indagini ci hanno evidenziato che queste sono vere e proprie organizzazioni criminali finalizzate alle truffe, all’evasione fiscale e a volte sostenute dal metodo di intimidazione”, ha specificato.

“ADM ha pubblicizzato un proprio elenco attraverso cui ha evidenziato i siti web autorizzati, questo dovrebbe essere garanzia per il giocatore di potersi muovere in un circuito di legalità anche garantito dall’esistenza di autorizzazioni e concessioni. Ma spesso il giocatore non si muove in questa direzione e la pubblicizzazione di tanti siti consentono a chiunque di rivolgersi all’uno piuttosto che ad un altro. L’offerta sul mercato è enorme. I siti sono tantissimi e ADM svolge un’attività di grande importanza tanto che nel 2021 sono stati inibiti 197 siti web senza autorizzazioni, questo a dimostrazione del monitoraggio sul web. Il gioco online rappresenta la modalità più frequente attraverso cui le organizzazioni si muovono per coprire la provenienza del denaro. Accanto all’online vi è quello fisico”, ha detto.

“Nei punti fisici vi sono ulteriori problematiche: negli ultimi tempi si nota che sorgono punti di raccolta scommesse ovunque soprattutto nei quartieri in cui è maggiormente presente la criminalità, dove c’è maggior disaggio sociale. Coloro che sono presenti sono nullafacenti, pregiudicati e di per sè danno un’immagine equivoca dall’attività svolta. Il punto di raccolta fisico consente di per sè un controllo. Essendo operativo in modo visibile può essere oggetto immediato di controllo. Vi sono stati casi in cui i punti di raccolta e le attività di gioco avessero un circuito legale, rispondente alle regole, e poi un canale parallelo totalmente privo dell’osservanza delle regole. Questa problematica determina l’esigenza di controllo sul territorio. Giochi e scommesse devono essere oggetto di controlli frequenti che devono essere portati avanti non solo da ADM ma da tutte le forze di polizia perchè quel che avviene dentro e fuori i luoghi di raccolta delle scommesse evidenzia a volte la presenza stabile di esponenti della criminalità che sono pronti a offrire denaro a coloro che ne hanno bisogno. Il mercato dell’usura da un lato rende schiavi i giocatori, dall’altro laddove il giocatore è titolare di un’attività economica lo rende schiavo della stessa. Ha colpito l’attenzione degli inquirenti che la cessione dell’attività economica avviene senza formalità così il soggetto titolare apparentemente gestisce il bene che in realtà è gestito dalla criminalità. Questo fenomeno si è evidenziato nel periodo di pandemia anche per attività di ristorazione e bar. Le mafie non hanno bisogno di un atto scritto”, ha aggiunto.

“Quel che appare indispensabile è la cooperazione tra istituzioni che consenta alle forze di polizia di verificare che in questi punti non vi sia un condizionamento da parte delle organizzazioni mafiose e dall’altro che intervengano quelle associazioni di tipo assistenziale che possano verificare casi di ludopatia. Su questo il controllo appare indispensabile al fine di poter intervenire nei casi di soggezione al gioco”, ha detto.

“Il settore del gioco e delle scommesse è assoggettato al meccanismo delle segnalazioni per operazione sospette. I soggetti obbligati sono i soggetti finanziari e non finanziari, come i professionisti, tra cui i prestatori dei servizi di gioco. Nell’anno 2020 di fronte alle oltre 110mila segnalazioni pervenute all’Unità di Informazione Finanziaria, il settore dei prestatori dei servizi di gioco ne hanno inviate 5.772 nel 2020, nel 2019 6.470. Questo depone per una interpretazione che fa pensare a una non piena osservanza delle regole. Questo ha portato la Direzione Nazionale ad avere contatti con Lottomatica per capire quali sono i sistemi attraverso cui i giocatori vengono monitorati. Abbiamo rivelato che i giocatori sono monitorati con schede che consentono di sapere per ciascuno l’entità delle somme giocate e per alcuni vi sono scommesse per centinaia di migliaia di euro senza che alle spalle vi sia forza economica che la giustifica. Lottomatica ha un servizio attivo, dinamico e professionale che copre però una sola parte di giochi. Se si riuscisse a monitorare l’intero settore sarebbe più semplice intervenire anche per rilevare il riciclaggio. Il nostro servizio “segnalazione operazioni sospette” è fondato su una nostra grande banca dati che contiene milioni di dati e informazioni che sono frutto della raccolta di tutti gli atti dei procedimenti penali per mafia e terrorismo instaurati dalle 26 Procure Distrettuali sin dal 1993. Il servizio Servizio operazioni sospette incamera tutte le segnalazioni, che poi sono immesse in questo ‘frullatore’ in cui gira insieme alle 110mila informazioni di quest’anno tutti i dati degli ultimi anni per reati di mafia e terrorismo, e dove vi è identità si aggregano i dati e viene espulsa la segnalazione per operazione sospetta. Ciò consente anno per anno di inviare oltre 10 mila atti di impulso su operazioni sospette in determinati contesti mafiosi, per approfondire le indagini. Se ciò si riuscisse a fare attraverso l’estrapolazione dei dati che riguardano i singoli giocatori, avremmo un controllo a tappeto di tutte le giocate, e quindi la possibilità di prevenire il riciclaggio e intervenire sui soggetti che non hanno capacità economica per partecipare alle scommesse. Il nostro Paese è il primo in materia di legislazione antimafia, il più attento al riciclaggio, che più degli altri si muove con grande dinamismo per contrastare il riciclaggio. Riuscire ad avere concessionari come Lottomatica, soggetti capaci di effettuare monitoraggi molto attenti, è un’esigenza del Paese per evitare il riciclaggio e per avere un controllo a tappeto contro le violazioni tributarie”, ha aggiunto.

“Riguardo alla ludopatia, ci deve essere un’esigenza di controllo, di devono attivare meccanismi di vigilanza su attività raccolta scommesse per intervenire sulle persone schiave del gioco, che finiscono per spendere totalmente tutto ciò che occorre per il minimo sostentamento personale. Soggetti a volte anche benestanti, ma che non sono stati capaci in quanto più fragili di essersi dati una proiezione lavorativa o professionale, e sono i più colpiti da questa patologia”, ha concluso.

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