Cancellare la calvizie con la tricopigmentazione

Sono purtroppo numerosi coloro che nel nostro Paese soffrono di calvizie, sotto varie forme. Nei soggetti di sesso maschile solitamente il problema si manifesta con delle zone del capo quasi completamente prive di capelli, poste in posizioni tipiche, quali la sommità della testa o sopra le tempie. Nelle donne invece si parla di calvizie anche quando i capelli tendono a diradarsi rapidamente, creando zone della cute prive di peli. In entrambi i casi una prima soluzione particolarmente comoda esiste e si chiama tricopigmentazione.

Di cosa si tratta
Nel corso degli anni sono varie le soluzioni proposte per attenuare l’effetto estetico dato dalla calvizie. Non tutti amano mostrare la testa completamene priva di peli, o una capigliatura che tende ad essere meno folta e poco compatta. La gran parte delle soluzioni sono però particolarmente invasive, senza andare necessariamente a portare un risultato definitivo. La TricoPigmentazione più che una soluzione alla calvizie è una sorta di camuffamento estetico, che può essere permanente o semipermanente e che offre un risultato comunque duraturo e particolarmente piacevole. L’effetto ovviamente dipende anche dalla mano di chi pratica la tricopigmentazione, dai pigmenti utilizzati, dal tipo di problema di partenza cui si desidera porre un rimedio estetico.

Come funziona
Ricorrere alla tricopigmentazione significa andare a inserire dei puntini colorati laddove il capello è assente. Il risultato è tanto più piacevole e naturale quanto bravo è il professionista che pratica la tricopigmentazione; oltre a questo è spesso importante ripetere il trattamento nel corso degli anni, per assecondare i cambiamenti della cute, nel colore dei capelli restanti sul capo o in altri frangenti più specifici. All’atto pratico stiamo parlando di tatuare dei capelli, anche se questa tecnica si diversifica in parte dalla pratica tatuatoria. Prima di tutto si usano strumenti diversi rispetto a quelli utilizzati per i comuni tatuaggi. Oltre a questo il pigmento usato è completamente biocompatibile, volendo anche riassorbibile nel corso del tempo, inoltre viene depositato più superficialmente rispetto a quando si effettua un tatuaggio.

Diverse applicazioni
La tricopigmentazione nasce come tecnica per l’infoltimento ottico della capigliatura. In pratica con un pigmento del tutto simile per colore ai capelli naturali che si possiedono, si va a tingere il cuoio capelluto, depositando piccoli puntini nelle zone in cui la chioma appare diradata e poco folta. Il risultato è immediato e molto naturale, difficile da notare se non dopo un’attenta analisi visiva. Oggi molti si rivolgono alla tricopigmentazione anche per ottenere un effetto “rasato” più gradevole: come se l’intera capigliatura fosse stata perfettamente rasata e se ne notasse solo una leggera ricrescita. Ci sono poi ampie possibilità per chi necessita di mascherare varie problematiche, quali alopecia a zone causata da specifiche patologie, diradamenti dovuti a cure oncologiche, cicatrici e segni presenti sulla cute.

Permanente o semipermanente
Proprio come accade per un tatuaggio, la tricopigmentazione può essere di tipo permanente e rimarrà sulla cute per tutti gli anni a venire. Spesso si predilige però il tipo semipermanente, che andrà ad essere progressivamente riassorbito dal corpo. Con il passare degli anni sarà però possibile modificare leggermente il colore dei puntini, ricalibrarne la dimensione o la densità, aggiustarne il posizionamento a seconda delle fasi di invecchiamento della cute.

I.P.

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