Canino: i Carabinieri arrestano cittadino marocchino per detenzione ai fini di spaccio

CANINO (Viterbo)- Nella tarda serata del 7 aprile u.s. i militari della Stazione Carabinieri di Canino hanno dato esecuzione ad una perquisizione domiciliare delegata dall’A.G. di Viterbo, nei confronti di un 42enne marocchino, domiciliato ni quel centro, per la ricerca di sostanze stupefacenti. L’uomo era finito sotto la lente d’ingrandimento dei militari poiché sospettato di essere uno spacciatore molto attivo in quel comune e per questo era stato oggetto di indagine da parte della Stazione, durante la quale erano stati raccolti numerosi indizi tali da portare ad un decreto di perquisizione spiccato dalla Procura di Viterbo che aveva coordinato le indagini. Il magrebino fermato per strada, tuttavia, ha negato di abitare in quell’abitazione, pur in presenza di chiare evidenze che stesse mentendo. Per questo motivo, i carabinieri hanno richiesto l’intervento dei VV.FF. del distaccamento di Gradoli, che ha consentito di accedere all’appartamento. Durante la perquisizione dei locali, i Carabinieri hanno rinvenuto, ben nascoste in un barattolo di vetro, 33 dosi di sostanza stupefacente del tipo cocaina per un peso totale di 26 grammi circa, materiale per il confezionamento ed il taglio dello stupefacente, nonchè la somma di 200 euro circa, provento dello spaccio, il tutto repertato e sequestrato. Se immesse sul mercato, le 33 dosi avrebbero garantito un guadagno di oltre 3.000,00.
Il 42enne, dopo la convalida dell’arresto, è stato tradotto presso l’abitazione di un familiare a Canino agli arresti domiciliari. Dovrà rispondere di detenzione ai fini di spaccio di stupefacenti.
Il presente comunicato viene condiviso dalla Procura della repubblica, atteso l’interesse pubblico alla divulgazione della notizia.

PRESUNZIONE DI INNOCENZA
Il soggetto indagato è persona nei cui confronti vengono fatte indagini durante lo svolgimento dell’azione penale; nel sistema penale italiano la presunzione di innocenza, art 27 Costituzione, è tale fino al terzo grado di giudizio e la persona indagata non è considerata colpevole fino alla condanna definitiva

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