di MARIELLA ZADRO-
CAPODIMONTE (Viterbo) – Con una cerimonia molto suggestiva, ieri 22 marzo presso le scuderie Farnesiane di Capodimonte, alla presenza del sindaco Mario Fanelli, sono iniziate le celebrazioni per il quinto centenario della morte di Giulia Farnese avvenuta il 23 marzo del 1524.
Di Giulia “La Bella” come la storia la ricorda, ci sono molti scritti, ma per questa particolare ricorrenza, la scrittrice Roberta Mezzabarba ha presentato il suo ultimo lavoro “Iulia Farnesia, lettere da un’anima”.
In particolare è stato il momento del disvelamento del mezzobusto di Giulia Farnese realizzato dal maestro Francesco Maria Capotosti. Un’opera in terracotta abbellita con alcuni gioielli, un diadema in bronzo con al centro il giglio Farnese e perle naturali, al collo un ciondolo di un unicorno con ametista.
“Non è stato semplice realizzare l’opera, ha sottolineato l’autore, in quanto furono cancellate tutte le immagini che la ritraevano e, sino ad oggi non si conosceva il vero volto di Giulia Farnese, ma solo delle “attribuzioni” dipinte da diversi artisti come: Raffaello, Luca Longhi, Pinturicchio, Perin del Vaga, Giulio Romano. Quindi, un lavoro di ricerca, di ipotesi, di comparazione con i pochi documenti esistenti che hanno permesso la realizzazione del busto di una donna molto raffinata ed elegante”.
Il pomeriggio si è concluso con la musica della chitarra di Tiziano Grossi, che per l’occasione ha suonato una sua composizione “Iulia Mirada” e una rappresentazione teatrale con narrazione scenica tratte dal romanzo a cura dalla Piccola Compagnia del Giglio e danze e musiche rinascimentali dell’A.C. Paolo III di Canino(vt) e la “Compagnia dei Virelai” di Ladispoli (Roma).
Da Capodimonte, luogo di nascita della nobildonna, l’opera sarà protagonista di un tour itinerante: il 23 marzo alle 17, sarà a palazzo Farnese a Gradoli; il 24 alle 16.30 a Carbognano, nella chiesa di Santa Maria: e il 2 giugno a Bomarzo.
