Carcere, ennesime aggressioni, la Fns Cisl chiede al ministero della Giustizia soluzioni concrete

ROMA- Riceviamo dal Segretario Generale Aggiunto CISL FNS F.to Massimo Costantino  e pubblichiamo: “Purtroppo non si placano le problematiche all’interno delle carceri del Lazio, apprendiamo, che ieri sono stati aggrediti tre agenti della Polizia Penitenziaria nel carcere romano del NC Rebibbia- Aggressione avvenuta ad opera di un detenuto con problemi psichiatrici .

Aggressione avvenuta, anche, alcuni giorni fa nel carere romano di Regina Coeli, dove un detenuto ha sferrato un pugno ad un assistente capo coordinatore . Assistente a cui sono stati refertati 30 giorni di prognosi.

L’altro ieri un’altra aggressione avvenuta nell’istituto di Viterbo da parte di un detenuto, anche lui con problemi psichiatrici, che si è scagliato contro 4 agenti costretti poi alle cure del caso.

Come più volte denunciato dalla Fns Cisl Lazio la chiusura degli Opg ha causato ulteriori problemi nella gestione delle carceri poiché dovevamo essere realizzate vere e funzionali strutture alternative. Senza considerare poi che in molte carceri sono inadeguate.

Il sovraffollamento è notevolmente abbassato , infatti, risulta essere di 567 detenuti, considerato che n. 5.779 risultano essere i detenuti reclusi nei 14 Istituti del Lazio, dato pubblicato su sito ministero giustizia del 31/07/2020, rispetto ad una capienza regolamentare di detenuti prevista di n. 5.212 .

E’ noto il deficit qualitativo dell’attività lavorativa nell’ambito degli Istituti Penitenziari, dove il lavoratore si trova ad essere, in molti casi, attore di disagi operativi. Questi sono causati dall’inadeguatezza edilizia delle strutture penitenziarie e dalla crescente carenza di risorse umane.

Purtroppo, ieri, abbiamo appreso del dramma del collega che si è tolto la vita, lavorava nel carcere Latina. Anche in questi casi vi è la necessità di intervenire in anticipo, segnalando eventuali disagi al fine di evitare che casi del genere si ripetano.

Vicinanza della Fns Cisl alla famiglia del collega di Latina ed solidarietà al personale aggredito in questi giorni .

Chiediamo pertanto al al Ministero della Giustizia ed al DAP soluzioni concrete e soprattutto una visione prospettica, ma le risposte continuano a non arrivare, anzi, si preferisce utilizzare soluzioni tampone che dopo un po’ riportano il problema all’origine”.

 

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