Carcere, Fns Cisl Lazio: “La carenza di personale di polizia penitenziaria nel Lazio è di circa 836 unità”

Riceviamo e pubblichiamo: “Con la pubblicazione del DM del 12 luglio c.a. pervenuto ieri alle rappresentanze sindacali si certifica , dunque, una variazioni alla dotazione organica complessiva Nazionale dei ruoli agenti- assistenti, sovrintendenti e ispettori di un numero di 1.663 unità in più rispetto alla dotazione organica ripartita attraverso il decreto ministeriale 2 ottobre 2017.
Per quanto riguarda ,pertanto , gli istituti penitenziari facenti parte del Provveditorato Regionale Amministrazione Penitenziaria del Lazio , Abruzzo e Molise l’incremento è di solo 31 unità di polizia penitenziaria ( dm/2023 : 5147 – dm/2017: 5116) mentre per la sede dell’Ufficio del Provveditorato Regionale dell’amministrazione Penitenziaria e Presidi si registra un calo di -*09 unità *( dm /2017 :83- dm/2023: 74)-

Tale decreto ministeriale ha tenuto conto, inoltre, della prossima apertura di un nuovo padiglione
nell’istituto penitenziario di Sulmona, nonché della previsione di nuovi reparti detentivi inclusa nel Fondo complementare al PNRR per gli istituti di Civitavecchia e Viterbo.

Purtroppo tali numeri , dato che la carenza di personale di polizia penitenziaria nella sola regione lazio è attualmente di circa 836 unità , non riesce a garantire quelle tutele minime al personale perché non viene rispettato l’accordo quadro nazionale e tantomeno il contratto dato che i piantonamenti si espletano con turnazioni non conformi ( sei ore previste rispetto alle 8 ed in alcuni casi pure più ore ) oppure una sola unità ad espletare contemporaneamente servizio in più sezioni.

Criticità che si stanno verificando anche nei minori dove il personale addirittura è richiamato in sevizio dalle ferie , situazione verificatosi nell’istituto minorile IPM “ Casal del Marmo “ , dove si aggiunge poi un sovraccarico visto che giungono detenuti , anche ,da altre regioni d’Italia.

In queste ore si parla di emergenza carceri , siano esse piene oppure del dramma suicidi ma tutto ciò non è altro il risultato degli inascoltati ed innumerevoli appelli lanciati sulle congestionata situazione interna delle carceri, sovraffollate, spesso inadeguate strutturalmente, con aggressioni su aggressioni che ogni giorno subiscono gli appartenenti della Polizia Penitenziaria ed legate alla gestione di detenuti con problemi psichiatrici e quelli attinenti alle REMS.

Le REMS purtroppo sono diventate un problema per il personale di polizia penitenziaria perché si è scaricato il problema sui direttori di carcere e sul personale tutto . Mancano sia interventi legislativi ed , anche , da cui ha la competenza sulla sanità penitenziaria cioè la Regione .

Purtroppo si continua a gravare su un istituto Penitenziario, quello di Viterbo, una competenza non propria dato che deve occuparsi di una detenuta con problemi psichiatrici e peggio ancora a piantanarla ci pensano, anche, le unità maschili .

Secondo i dati del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria (Dap), pubblicati nel sito del ministero della Giustizia, alla fine del mese di luglio, quando generalmente le presenze in carcere diminuiscono leggermente, il numero dei detenuti nei 14 istituti penitenziari del Lazio è pari a 6.209, 29 in più del mese precedente (al 30 giugno erano 6.180). Di questi, 2.281 sono stranieri, 419 le donne. I detenuti condannati non definitivi sono 803, quelli definitivi 4.581. Dall’inizio di quest’anno il numero detenuti nel Lazio è dunque cresciuto di 276 unità.

Tra gli istituti penitenziari il sovraffollamento , solo per fare alcuni esempi , è a Regina Coeli (600 posti per 1000 presenze), Rebibbia Nuovo Complesso (1180 / 1580), Velletri (420/595), Viterbo (440/600), Civitavecchia (357/550), stimato sopra la media del 30%.

La situazione degli istituti di Frosinone e Cassino mette in luce le profonde falle del sistema detentivo italiano e la necessità di azioni immediate .

Dalle condizioni delle carceri si misura il grado di civiltà della nostra Repubblica ma non occorre dimenticare che chi opera nei penitenziari perché il personale tutto , polizia penitenziaria, direttori e funzionari del corpo , devono poter lavorare in serenità e questo non risulta ad oggi ed purtroppo non compreso da chi, invece, dovrebbe intervenire e risolvere la problematica.

In alcuni casi , addirittura, alcuni compreso garanti detenuti , parlano di discariche sociali per far comprendere davvero com’è la situazione attuale.

Non è mai mancato da parte della Polizia Penitenziaria la dedizione a svolgere il proprio mandato istituzionale, garantendo la sicurezza non solo delle carceri ma di tutta la comunità.

Per la Fns Cisl Lazio occorrono urgenti e radicali interventi perchè il personale è stremato e così non si può continuare- Basta con le passerelle servono ora come non mai solo atti concreti”.

IL SEGRETARIO GENERALE FNS CISL LAZIO
F.to Massimo Costantino

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