Carceri, emergenza Covid-19, Moretti (Uspp): “Al ministro Bonafede chiediamo di mettere in sicurezza la polizia penitenziaria”

“Le immagini di questa mattina che ci arrivano dal piazzale antistante il carcere di Milano Opera sono un colpo al cuore e per questo l’USPP esporrà la propria bandiera in segno di rispetto e per onorare il collega deceduto, ma anche in segno di protesta per i ritardi sulle misure da adottare per mettere in sicurezza la polizia penitenziaria” questo l’amaro commento di Giuseppe Moretti Presidente dell’Unione Sindacati di Polizia Penitenziaria (USPP) rispetto alle immagini dell’Assistente Capo di Polizia Penitenziaria oggi salutato con gli onori dai propri colleghi del penitenziario milanese.
“Mentre ci sentiamo di ringraziare i magistrati delle Procura di Milano che hanno manifestato l’intenzione di contribuire alle spese delle esequie del collega deceduto nell’adempimento del proprio servizio, contagiandosi con quasi assoluta certezza durante il servizio di piantonamento di un detenuto in nosocomio del milanese, non possiamo che chiedere al Ministro della Giustizia Alfonso Bonafede di superare l’attendismo nel mettere in sicurezza il lavoro della Polizia Penitenziaria”.
Il rappresentante USPP chiarisce che “nonostante le relazioni sindacali con il vertice dipartimentale siano da tempo sospese e vi sia in corso lo stato di agitazione del personale rappresentato, non intendiamo rinunciare a mettere in campo tutte le azioni del caso per tutelare le donne e gli uomini appartenenti al Corpo di polizia penitenziaria presentando proposte al fine di tutelare la salute del personale rappresentato, ma anche per riconoscergli lo sforzo giornaliero nel contribuire alla tenuta del sistema penitenziario”.
In tale ottica l’USPP con una lettera al Guardasigilli ha avanzato già precise proposte tra cui:
1) Dotare tutto il personale di front line (sezioni detentive, portinerie e presidi di sicurezza interni ed esterni di mascherine mod. FFP2;
2) Sottoporre tutto il personale di polizia penitenziaria a tampone per la ricerca di eventuali soggetti asintomatici;
3) Sospendere l’attuazione del regime aperto in modo da prevenire il ripetersi di eventuali rivolte almeno fino al termine dell’emergenza sanitaria;
4) Dotare gli istituti di moduli abitativi esterni per allocare detenuti con sintomi da sospetto contagio fuori dalle sezioni interne e nei quali far operare esclusivamente personale medico;
5) Disporre che per tutti i detenuti ricoverati per sospetto contagio da coronavirus sia tolto il piantonamento degli agenti, ovvero che siano messi agli arresti domiciliari ospedalieri;
e con particolare riferimento all’aspetto organizzativo e contrattuale :
a) l’assegnazione senza ulteriore indugio e senza necessità di ulteriori prove d’esame degli oltre 700 allievi del 177° corso nelle carceri a cominciare da quelle in forte sofferenza organica;
b) lo scorrimento delle graduatorie precedenti per l’arruolamento di almeno 3000 unità extra recupero del turn over per giungere ad un ripianamento della pianta organica attuale che difetta di oltre 4000 unità senza contare che si tratta di una dotazione organica ampiamente insufficiente come anche determinato dai lavori di una commissione istituita presso il DAP (il cui lavoro non si sa dove sia finito);

c) lo stanziamento di fondi per la dotazione strumentale del personale ed in particolare materiale per il contrasto ai possibili disordini (caschi, scudi, taser ….. ed altro);
d) la modifica delle attuali previsioni contrattuali per estendere l’indennità di cui all’art.12 DPR 164/02 ora riservata al personale in servizio nelle sezioni 41, bis a tutto il personale che continua a prestare servizio nonostante il grave pericolo di contagio;
e) lo stanziamento ulteriore di fondi per lo straordinario senza limitazioni alla remunerazione;
f) lo stanziamento di una indennità di servizio giornaliera forfetaria extra per coloro che svolgono servizi di prima linea in ambito penitenziario;
g) l’azzeramento del pagamento della mensa a tutto il personale ed in particolare libertà di accesso a quello accasermato senza oneri (vista la chiusura dei ristoranti esterni e l’impossibilità di cucinare nelle caserme);
h) sospendere immediatamente il pagamento del canone mensile per il soggiorno negli alloggi di servizio (caserme) con decorrenza dal febbraio scorso.

“Misure che si considerano minime” conclude Moretti “per non lasciare solo il personale in un momento di grandissima difficoltà e incertezza per ciò che potrebbe accadere, ma che sarebbero anche un segno tangibile per dare credibilità al sistema penitenziario e consentire al personale di adempiere ai suoi compiti limitando al massimo i rischi”. Ci aspettiamo per questo un immediato riscontro dal Guardasigilli non mancando di dare un segno di vicinanza a tutto il personale attraverso il nostro vessillo con la promessa che continueremo a fare quanto in nostro potere per tutelarli”.

 

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