ROMA – “Gli uomini e le donne del Corpo di Polizia penitenziaria assicurano la gestione di un sistema penitenziario che era già in piena emergenza per le annose criticità complessive: le misure varate dal Governo hanno inizialmente portato caos accentuando la difficile situazione e tutti hanno potuto assistere alle numerose rivolte che una larga frangia di detenuti ha scatenato nei penitenziari, con devastazioni, decessi e decine di poliziotti feriti”. Lo scrivono i sindacati di Polizia penitenziaria – Sappe, Osapp, Uilpa PP, Sinappe, Fns Cisl, Uspp e Cgil Fp – in una nota congiunta, nella quale rilevano che “nel frattempo si è continuato doverosamente a lavorare in una condizione a rischio contagio non disponendo di mascherine, guanti, e di ogni utile dispositivo di protezione individuale, ma anche non avendo avuto i necessari controlli sanitari utili ad arginare e prevenire i rischi di contagio al virus”. Nonostante questo, osservano le organizzazioni sindacali, “apprendiamo di campagne mediatiche su presunte violenze verso i detenuti operate in alcuni carceri italiani”, mentre “quella che per noi è una vera emergenza da oltre 2 anni, cioé le quotidiane aggressioni in danno dei poliziotti penitenziari, sembra ormai finita nel dimenticatoio”.
Carceri, i sindacati: “Basta accuse a Polizia penitenziaria”
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