Carceri Lazio, Nicastrini (Uspp): “La fase 3 inizia male per la polizia penitenziaria”

ROMA – “In questi mesi attraverso innumerevoli comunicati, – dichiara Daniele Nicastrini Segretario Regionale Lazio,- l’Unione Sindacati di Polizia Penitenziaria ha rappresentato i problemi gravi avuti nella gestione dell’emergenza COVID-19 all’interno delle carceri italiane e per quanto riguarda il Lazio”.

La fase 2 iniziata il 4 Maggio e che probabilmente diventerà successiva il 3 Giugno, che benefici ha portato al pianeta carcere laziale?: non ha spostato nulla dei problemi irrisolti per quanto riguarda le carceri di questa regione. Rimangono tutti i problemi avuti prima della fase 1°,peggiorati nell’organizzazione del lavoro in forte difficoltà per le note carenze di personale di Polizia Penitenziaria ma anche dalle scelte fatte in questa fase lasciate lì senza alcuna indicazione e supporto di uomini e donne” .

Al personale rimasto veramente poco nelle loro sedi di servizio, più della metà ultracinquantenne, saranno garantiti i diritti soggettivi ( riposi, ferie, permessi 104, legge 53 ecc) seppur concordate con le Direzioni?: Possiamo dire che già arrivano segnali forti di difficoltà nel garantire anche la legge 104 sicuramente sarà difficilissimo garantire le ferie concordate solamente in questi giorni” – continua il sindacalista-  “Anche la Polizia Penitenziaria che vive con turni oltre 10 ore al giorno, anche loro avrebbero una vita da vivere e non solo carcere e detenuti da sorvegliare. afferma il sindacalista.”

Il Sindacato evidenzia che l’organico è al di sotto del 30% già da qualche anno, e  che viene confrontato con la popolazione detenuta presente meno 1000 dal 9 Marzo scorso in più rispetto agli attuali 5700 presenti e una capienza regolamentare di 5110 posti in realtà dovrebbe essere garantito con i tanti servizi previsti dal regolamento di servizio e dell’ordinamento penitenziario con circolari anche rispetto ai DPCM del 9 Marzo e successive.

“Sicurezza e vigilanza delle sezioni, colloqui con familiari e avvocati, sopravvitto, cucine per il vitto detenuti, sorveglianze esterne come portinerie e servizi di vigilanza armata intramuraria, servizi traduzioni, piantonamenti, visite ambulatoriali ecc.. sono quanto deve garantire la Polizia Penitenziaria per normative vigenti, invece siamo costretti a dover garantire anche le carenze di personale nell’ambito amministrativo che non compete alla Polizia Penitenziaria sottraendo oltre il 10% del personale dai servizi sopra richiamati.”.

Pertanto cosa intende fare il vostro sindacato, esiste un unità di intenti nel merito dei problemi che lei rappresenta?: “non possiamo escludere che la fase nuova che si sta per delineare sarà un tormento a discapito della Polizia Penitenziaria – conclude Nicastrini- lasciata sola da un’amministrazione nei suoi vari livelli a confrontarsi con problemi reali e che l’unico interesse è stato quello di accontentare la popolazione detenuta a sacrificio dei nostri colleghi, per il bene dei primi, sulla questione dell’unitarietà sindacale, siamo tutti in sintonia ma abbiamo idee diverse su come affrontare i problemi!!!

La Unione Sindacati Polizia Penitenziaria Lazio comunque ribadisce lo Stato di Agitazione intrapreso oramai da mesi per rimarcare queste difficoltà. Al peggio non c’è mai fine è l’emergenza covid-19 non e ancora finita per noi!!!

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