Carceri, Moretti (Uspp): “Dimissioni Basentini tardive”

ROMA – “Da lungo tempo avevamo messo in discussione la figura del Capo del DAP, per le numerose debacle nei momenti in cui bisognava dimostrare lucidità decisionale, ora Conte e Bonafede, sperando non sia troppo tardi, hanno l’occasione per dare credibilità al sistema penitenziario in declino ormai da decenni ma mai così in basso come dall’insediamento del Governo attuale” questo è quanto dichiara Giuseppe Moretti Presidente dell’Unione Sindacati di Polizia Penitenziaria USPP, alla conferma delle dimissioni di Francesco Basentini da capo del Dipartimento sell’Amministrazione Penitenziaria. “un’amministrazione” precisa Moretti “che ha bisogno di ben altro rispetto ad estremi individualismi, ma della condivisione delle scelte, di seri provvedimenti di ripristino della legalità e ricalibrazione del modello detentivo che si è dimostrato fallimentare e, non ultimo, di vicinanza al personale ormai sempre più abbandonato a se stesso e spesso ingiustificatamente alla gogna senza nessuno che ne difenda il buon nome”.
Per Moretti “ A queste dimissioni che riteniamo tardive, sia il Premier che il Guardasigilli, devono prendere atto che è finito il tempo di scelte avventate e porre al vertice del DAP una figura di spessore, preferibilmente un esperto di diritto amministrativo o almeno con esperienze amministrative pregresse, non essendo scontata la circostanza che chi abbia ben operato presso le Procure sia anche un buon amministratore. Nulla in contrario rispetto agli autorevoli nomi di magistrati inquirenti che girano tra i papabili candidati, ma un conto è perseguire i reati e dirigere le indagini, altro è amministrare un dipartimento nevralgico nella vita delle istituzioni. Bisogna tornare indietro nel tempo per trovare persone che hanno fatto la differenza nella gestione del complesso micromondo delle carceri, mai da considerare avulso dal resto della società”.
Per il rappresentante dell’USPP inoltre “occorre coraggio nell’investire in risorse umane, strumentali e strutturali, che realizzino progetti sensati e, ad esempio, adeguino la capienza delle carceri alle necessità dell’attuale sistema giustizia italiano, invece di procedere a provvedimenti deflativi aberranti o a scarcerazioni di mafiosi, misure del resto sempre dal carattere provvisorio. Basta alla politica del “rimandare”, chiediamo anche che si metta tra le priorità una riforma organica del Corpo di Polizia Penitenziaria perché solo riconoscendo al proprio vertice il giusto valore, attraverso l’istituzione di una direzione generale del Corpo di Polizia Penitenziaria potremmo dare alle donne e agli uomini che compongo lo compongono un giusto riconoscimento nel loro lavoro per mantenere la sicurezza e la legalità nelle carceri oltre all’obiettivo rieducativo, un altro tassello da riformare organicamente. Basta altresì a progetti avviati e mai conclusi, causa di errori gestionali con riflessi nefasti sulla credibilità del sistema carcere, ma basta anche a considerare il sindacato uno strumento solo -notarile-”.
Mentre è ben nota la posizione critica (e motivata) dell’USPP anche rispetto al Ministro della Giustiza Alfonso Bonafede, ricordando che allo stato le OO. SS. che insieme all’USPP rappresentano il 95% degli agenti hanno interrotto le relazioni sindacali, “dopo la nomina del pm antimafia Tartaglia a vice capo dell’amministrazione penitenziaria, si auspica che arrivi un forte segnale per riavviare quel necessario dialogo atto a consentire al personale di lavorare con la dignità professionale che merita. È proprio alle donne e agli uomini della polizia penitenziaria che anche oggi 1 maggio, festa dei lavoratori, onorano le loro funzioni con grande senso di appartenenza alle istituzioni, che rinnoviamo il nostro applauso e il nostro abbraccio, oltre al ringraziamento per ogni istante tolto ai propri affetti in tutti gli giorni dell’anno nessuno escluso.

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