Carceri, Uspp: “Riformare il corpo di polizia penitenziaria per mettere in sicurezza il sistema”

VITERBO – “La Polizia Penitenziaria, chiamata ogni giorno ad affrontare le criticità endemiche delle carceried esposta continuamentea rischio aggressioni, è stanca di dover subire le inefficienze della politica distratta da dinamiche che sfuggono dalla responsabilità di rendere credibile il sistema sicurezza e il compito di recupero del reo nella certezza della penanei penitenziari italiani,dove il contrasto all’illegalità è sempre più arduo malgrado lo sforzo quotidiano degli agenti”questo è quanto riporta una nota della Segreteria Nazionale dell’Unione Sindacati di Polizia Penitenziaria (USPP), tra le sigle maggiormente rappresentative della propria categoria e nel panorama del comparto sicurezza, che oggi pomeriggio apartire dalle ore 15,00 terrà il suo primo Consiglio Nazionale in video conferenza e in direttasui propri profili social, stante l’impossibilità di farlo diversamente a causa dell’emergenza sanitaria. “In questo momento di grande fibrillazione nel sistema giustiziae con l’emergenza epidemiologica ancora in corso”prosegue la nota USPP “la polizia penitenziaria chiede risposte adeguate e soprattutto che lo Stato riconosca il proprio oneroso lavoro, attraverso la dotazione straordinaria dirisorse umane, strumentali e strutturali.”Per la Segreteria Nazionale USPP “non è tollerabile che si diano numeri che come quelli dichiarati dal Ministro della Giustizia Alfonso Bonafede in Senato, che all’apparenza sembrerebbero far pensare ad un forte incremento di personale (3900 agenti in più) senza citare tutto quello andato in quiescenza che di fatto annullail risultato annunciato. La verità è che la polizia penitenziaria, anche in relazione ad un accurato studio effettuato al Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, risulta avere non solo una carenza di 4000 unità rispetto alla attuale pianta organica, ma necessita di una dotazione che supererebbein totale le 8000 unitàper operare in condizioni di sicurezza, perché i precedenti tagli sono stati scriteriati e non supportati da un appropriato studio delle necessità reali”.

L’USPP che oggi in diretta streaming nella propria assise statutaria ospiterà varie autorità, tra cui il neo Vice Capo del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria Cons. Roberto Tartaglia e il Direttore Generale del Personale e delle Risorse Dr. Massimo Parisi sosterrà ancora con più determinazione che “per riconoscere al Corpo di Polizia Penitenziaria il ruolo strategico che indubbiamente riveste nell’esecuzione penale, oltre alla necessità di mettere in sicurezza il lavoro degli agenti, che oggi continuano a non avere neanche strumenti adeguati a tutelare la propria salute,esposti per la carenza d’organico e il sovraffollamento a rischio continuo per la propria incolumitàfisica e costretti a pagare il pernottamento in caserme fatiscenti e inadeguate, occorre riformare il Corpo di Polizia Penitenziaria dotandolo di una catena di comando che abbia un propria autonomia gestionale in modo da assicurare un efficiente sistema di sicurezza che ripristini la legalità nelle carceri,dove oggi si deve assistere anche all’illegale uso di cellulari per le difficoltà di controllo e l’assenza di specifici reati da contestare ai detenuti ristretti.#salviamolapoliziapenitenziaria” questo è l’hastagchesintetizza ciò che chiedonogli oltre 70 delegati al Consiglio Nazionale che oggi partecipanoai lavori dell’USPP,per tracciare la linea rivendicativa che la propria organizzazione presenterà al nuovo vertice dell’Amministrazione Penitenziaria appenanominato,“dando atto che il Presidente Bernardo Petralia nell’impossibilità di essere presente in video conferenza ha già confermato la propria disponibilità ad un incontro con una delegazione della Segreteria Nazionale per un primo confronto sulle tematiche rivendicative della federazione, nella speranza che anche ilreferente politicoa capo del Dicastero della Giustizia, Alfonso Bonafede, cambi marcia e si accorga delle inefficenze stratificateanche a causa di proprie sottovalutazioni”.

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