Carenza di medici di base nel Viterbese: la denuncia di Sinistra Italiana Avs

VITERBO- Riceviamo e pubblichiamo: “Una inchiesta di qualche settimana fa, messa in onda da TV2000, ha fatto emergere come il numero dei medici di medicina generale nella provincia di Viterbo sia drasticamente diminuito in pochi anni, passando dai 240 ai 180 attuali. I cittadini denunciano come nei loro comuni, non solo in quelli “piccoli”, il medico di base non ci sia proprio e anche per una semplice ricetta bisogna andare fuori dal proprio comune di residenza. Questo dato, considerando che anche i poli ospedalieri ormai sono un lontanissimo ricordo e che la medicina cosiddetta di base doveva essere persino incentivata, rappresentando l’avamposto di prossimità per non sovraffollare i punti di pronto soccorso (solo quattro in tutta la provincia) risulta ancora più inaccettabile, visto il progressivo spopolamento del territorio. Chi resta nei paesi, infatti, generalmente è di età avanzata e non può certo fare chilometri per un consulto medico.

Demagogicamente, le amministrazioni pubbliche, rivolgono i loro discorsi retorici alle fasce più deboli della popolazione, raccontando che queste sono al centro delle politiche sociali ad ogni grado istituzionale. Di fatto, però, abbiamo assistito alla progressiva affermazione del contrario, con la necessità esponenziale del ricorso alla sanità privata, in carenza di servizi sanitari e prestazioni erogate dalla sanità pubblica, all’impoverimento dell’offerta di assistenza e di strutture sufficienti a garantire l’accesso all’assistenza e alle cure proprio alle persone socialmente più deboli o con fragilità. Oggi, infatti, al posto del medico di base garantito ad ogni cittadino, si parla di Aggregazioni Funzionali Territoriali, una sorta di “polo di medicina generale” dove non c’è più la garanzia di trovare sempre lo stesso medico di riferimento, minando quel rapporto di confidenza e di fiducia che tradizionalmente si instaura con il cosiddetto medico “di famiglia”, magari nemmeno ubicato nel proprio comune di residenza.

La razionalizzazione della spesa pubblica sulla pelle dei cittadini è stata una scelta politica gravissima, ha generato una diffusa sfiducia nelle istituzioni e quel generalizzato malessere sociale che ha portato anche la nostra provincia ad essere lentamente ma inesorabilmente abbandonata. Questa tendenza non è più tollerabile, non è tollerabile neanche dover fare del diritto inalienabile alla salute un lusso per pochi, non è tollerabile non poter nemmeno usufruire del servizio minimo, la medicina generale, diritto che in una società che si considera civile dovrebbe essere tutelato e semmai potenziato, a vantaggio dei cittadini ma anche della qualità del lavoro dei medici che oggi si trovano a gestire fino a 1800 assistiti e che denunciano di non poter dedicare ai propri pazienti la giusta attenzione.

A livello locale non è possibile agire per contrastare questa deriva del servizio sanitario pubblico, ma dobbiamo parlarne e denunciare la situazione, per evitare che l’assuefazione a questa condizione ci faccia perdere di vista la deprivazione progressiva operata a nostro danno”.

Valeria Bruccola, Segretaria della Federazione della Provincia di Viterbo di Sinistra Italiana-AVS

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