Carnevale e la festa di Sant’Antonio Abate nella tradizione popolare viterbese

di MARIELLA ZADRO –

VITERBO – E poi arriva il Carnevale con tutte le sue tradizioni e manifestazioni popolari.

E’ una delle feste più attese dell’anno, perché piccoli e grandi, si possono travestire con maschere della fantasia, dei fumetti, del cinema o della letteratura.

In tutto il mondo si ricorda e si festeggia dal 17 gennaio (ma può variare in base alle tradizioni locali) e termina martedì 13 febbraio. Tra le iniziative, sfilate di carri allegorici e mascherate, ci sono due momenti veramente ricchi di spiritualità e tradizione: l’accensione del Sacro Fuoco e la benedizione degli animali.

Infatti, proprio in questa giornata si ricorda Sant’Antonio Abate (12 gennaio 251 d.C. – 17 gennaio 356 d. C,)

La sua immagine è inconfondibile: lunga barba bianca, vestito da monaco, un bastone (simbolo del Tau) con la campanella ed accanto tanti animali, anche il più umile, il maiale.

Viene appellato in modi diversi, sempre riferiti alle sue peculiarità: sant’Antonio il Grande, sant’Antonio d’Egitto, sant’Antonio del Fuoco o sant’Antonio del Deserto.

Di origine egizia, nato a Coma, intorno al 251, da una famiglia di agricoltori.

Rimasto orfano, ben presto abbracciò l’esortazione evangelica “Se vuoi essere perfetto, va vendi tutto quello che possiedi e dallo ai poveri”.

E così fece: distribuì i beni ai poveri, affidò la sorella a una comunità femminile per abbracciare la vita solitaria, seguendo altri eremiti nelle terre desertiche limitrofi, vivendo in preghiera, in povertà e in castità.

La sua figura, viene sempre affiancata alla vita semplice delle campagne.

Anche il fuoco, fu un elemento di grande interesse per il santo.

Infatti, nella sua lunga vita (morì ultracentenario nel 356) studiò gli effetti devastanti (un forte bruciore) provocati da un fungo presente nella segale, che utilizzavano per il pane.

La tradizione popolare, prendendo spunto dalla vita dei santi, gli rende omaggio proprio in questi giorni, abbinando il ricordo, con l’inizio del Carnevale.

In particolare, la benedizione degli animali sui sagrati delle chiese, sanciscono quel rapporto unico che gli animali riescono a stabilire con il padrone.  L’accensione dei fuochi ne ricordano le doti di taumaturgo; nel rispetto di una memoria storica che non deve essere dimenticata.

Domenica 14 gennaio, la Parrocchia S. Martino Vescovo di San Martino al Cimino ha in programma alle ore 11:00, presso l’Abbazia la Santa Messa e la benedizione dei panini, a seguire alle ore 12:00 in piazza M.Buratti sfilata con i cavalli e la benedizione degli animali.

Mentre il grande falò di legna o “Focarone” sarà acceso martedì 16 gennaio alle ore 18,30 dopo la sfilata del corteo storico a Bagnaia nella piazza centrale del paese e alla Quercia alle ore 18.00.

Altro appuntamento da non perdere sarà domenica 21 gennaio a Vallerano alle ore 12,30, sarà una freccia infuocata ad accendere il Sacro Fuoco e con l’occasione nel pomeriggio sarà inaugurata l’apertura della “La Bettala”, locale tipico del paese.

Questi, sono solo alcuni appuntamenti che si aggiungeranno alle sfilate dei carri e mascherate in diversi paesi della provincia: Ronciglione, Acquapendente, Montefiascone, Vitorchiano e Viterbo per concludere con le cerimonie delle Sacre Ceneri, mercoledì 14 febbraio.

 

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