Caro gasolio e aumento prezzo materie prime, gli agricoltori viterbesi in protesta

VITERBO – Un corteo per dire Stop al caro carburanti ed ai costi, sempre più alti, delle materie prime. Si partirà alle 9, dal piazzale del Globo, per raggiungere Porta Faul.

Gli organizzatori dell’iniziativa Giampaolo Maurini, Marco Marini e Daniele Romagnoli raccontano i motivi della protesta. “Mi presento, sono Giampaolo Maurini ed ho una ditta e rappresento la categoria dei contoterzisti. Anche noi risentiamo di questo grave momento e, ci teniamo a ricordare, che noi ci siamo messi a disposizione dell’agricoltura con soluzioni e servizi evoluti ed innovativi a vantaggio delle aziende e dei clienti, facendo investimenti importanti. Ricordo anche che oggi per fare il pieno di un trattore di grossa cilindrata servono 600-700 euro, con aumenti del 60-70%, rispetto agli anni scorsi, a causa dei rincari delle materie. Ciò ha, inevitabilmente, avuto delle ripercussioni sulle tariffe delle prestazioni visto che l’aumento delle materie prime, a partire dal gasolio, ha portato ad un aumento anche di lubrificanti, additivi, gomme, ricambi, materiali di manutenzione. Questa situazione non ci permette più di lavorare. La stessa situazione vale per Daniele Romagnoli, agricoltore e produttore di nocciole, settore già in crisi a causa delle gelate degli ultimi anni ed, ora, provato da questo aumento considerevole dei costi di produzione. Non solo in riferimento al problema del caro gasolio ma, addirittura, del costo dei fertilizzanti e dell’energia elettrica. Analoga situazione, se non più grave, riguarda la categoria rappresentata dal titolare dell’azienda agricola Marco Marini, produttore di latte alta qualità. Marini testimonia che l’aumento dei costi non si allinea neanche un po’ con i ricavi della vendita del latte. L’impennata fuori controllo dei costi sta peggiorando, ora dopo ora, la già precaria condizione di salute degli allevamenti da latte alla prese con prezzi più che raddoppiati di materie prime, mangimi, energia elettrica e gasolio. Mentre il prezzo al litro alla stalla, pagato da cooperative ed industrie, è rimasto da molto tempo lo stesso nonostante si siano fatte proteste al riguardo. Gli allevamenti, oggi, stanno producendo latte in perdita e nessuna attività economica resta in piedi se i costi di produzione sono superiori ai ricavi e, come se non bastasse, la siccità dell’ultimo periodo sta mettendo a rischio anche l’autoproduzione di alimenti destinati al bestiame. Il nostro, ribadiscono gli allevatori, è un grido di protesta delle categorie che rappresentiamo, ci sentiamo abbandonati da anni da chi, invece, ci dovrebbe rappresentare, questo è il motivo per il quale abbiamo deciso di manifestare senza la presenza di alcun sindacato, visto ed appurato che ad oggi nulla di concreto è stato fatto per noi, molte riunioni svolte si sono solo trasformate in fiumi di parole. Abbiamo richiesto un incontro con il Senatore Battistoni e con il Prefetto, ma ad oggi nessuno ci ha risposto evitando anche di spiegare il perché di un eventuale diniego o impossibilità di incontro, ma va bene cosi. Vorremmo solo sapere se chi ci governa sarebbe disposto a lavorare con praticamente 0 ricavi, come lo stiamo facendo noi! È il momento del colpo di coda, perché di aiuti non ne stanno arrivando. Dobbiamo darci da fare tutti insieme per salvare questa nostra agricoltura. Ma soprattutto dobbiamo farci rappresentare da chi sia interessato alle nostre sorti ed a quelle della nostra nazione”.
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