Cartiera di Tuscania, M5S: “Presentata interrogazione”

VITERBO – Riceviamo da Ilaria Fontana Deputata M5S, Massimo Erbetti Coord. Prov M5S, Ivana Pili Rappr. GT Tuscia Nord e pubblichiamo: “Preservare l’ambiente è sempre stata una delle priorità del M5s e già il 23 luglio 2015 fu presentata alla Camera dei Deputati un’interrogazione a risposta del deputato M5S, Massimiliano Bernini, sullo stoccaggio del pulper alla ex Cartiera di Tuscania. Purtroppo quell’’interrogazione non ha mai avuto risposta.

Lo scoppio degli incendi a partire dal 27 luglio di quest’anno, e nei giorni seguenti, che ha lambito anche l’area della ex Cartiera dove è stoccato il pulper, ha spinto il M5S di Tuscania, per il tramite del coordinatore provinciale Massimo Erbetti, a chiedere ai suoi parlamentari di presentare una nuova interrogazione sul problema.

Vale la pena ricordare che la cartiera ex EFW di Tuscania, località Pian delle Mole, è un impianto che ha cessato da tempo la propria attività e che si trova in condizioni di degrado, in prossimità di importanti aree archeologiche e naturali quali la riserva naturale di Tuscania e dei siti SIC IT6010020 – Fiume Marta (alto corso) e IT60100036 – Sughereta di Tuscania; nel 2010 i carabinieri di Tuscania, durante un controllo ambientale, scoprirono presso la cartiera 7 grandi quantità di rifiuti, tra cui pulper e altri materiali pericolosi, abbandonati illegalmente.
Da articoli pubblicati dalla stampa locale la cartiera risulta chiusa dal 2013 a seguito delle irregolarità accertate nel corso del tempo; recenti articoli di giornale denunciano la presenza di tonnellate di pulper ancora toccate presso il sito e che, durante un grande incendio che nell’estate 2024 ha colpito la zona circostante, l’impianto ha rischiato di subire gravi conseguenze sia per la salute pubblica che per l’ambiente; secondo l’articolo 244 del decreto legislativo n. 152 del 2006 le pubbliche amministrazioni hanno il compito di diffidare con ordinanza motivata il responsabile della potenziale contaminazione e adottano, eventualmente gli interventi necessari qualora il responsabile non sia individuabile o non provveda e non provveda il proprietario del sito né altro soggetto interessato; secondo l’articolo 250 del decreto legislativo n. 152 del 2006 prevede che in caso di inadempimento da parte del responsabile le procedure e gli interventi di cui all’articolo 242 sono realizzati d’ufficio dal comune territorialmente competente e, ove questo non provveda, dalla regione, secondo l’ordine di priorità fissati dal piano regionale per la bonifica delle aree inquinate; il comma 1-bis del citato articolo 250 del decreto legislativo n. 152 del 2006, prevede altresì che per favorire l’accelerazione degli interventi per la messa in sicurezza, bonifica e ripristino ambientale, le regioni, le province autonome e gli enti locali, previa stipula di appositi accordi sottoscritti con il Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica possono avvalersi, con le risorse umane, strumentali e finanziarie disponibili a legislazione vigente sui propri bilanci e senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica, attraverso la stipula di apposte convenzioni, delle società in
house del medesimo Ministero; al momento, il sito non risulta inserito nell’anagrafe regionale dei siti contaminati della regione Lazio; l’articolo 206-bis del decreto legislativo n. 152 del 2006 conferisce al Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica compiti di vigilanza in materia di gestione dei rifiuti.

L’interrogazione è stata presentata il 20 settembre dall’Onorevole Ilaria Fontana che chiede al Ministro dell’ambiente e della sicurezza energetica, visto quanto sopra esposto, quali iniziative urgenti di competenza, anche in raccordo con la regione Lazio e gli enti locali
interessati, intenda assumere affinché si pervenga alla bonifica del sito, contribuendo altresì a
garantire le necessarie risorse.

Le battaglie ecologiche hanno contraddistinto il M5S fin dalla sua nascita. Non a caso una delle 5 stelle è proprio quella della tutela ambientale. La discarica abusiva della ex cartiera rappresenta un grave pericolo per la salute della cittadinanza e per la tutela dei beni di interesse paesaggistico e archeologico, ed è venuto il momento di mettere in atto tutte le iniziative volte a risolvere definitivamente il problema”.

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