di FEDERICO USAI –
VITERBO – Questa mattina i carabinieri della Provincia di Viterbo, presso la chiesa della Santissima Trinità, alle ore 11.00, alla presenza delle autorità e delle Istituzioni del capoluogo, hanno celebrato la ricorrenza di “Maria Virgo Fidelis”, la Celeste Patrona dell’Arma. Tra le autorità presenti il prefetto di Viterbo, Gennaro Capo, il procuratore della Repubblica, Paolo Auriemma, l’assessore Giancarlo Martinengo e il Vice Questore vicario Fabio Zampaglione. La cerimonia religiosa è stata tenuta dal vicario del Vescovo, Don Luigi Fabbri che nel suo saluto ha dichiarato :”La memoria diventa gratitudine per tutto quello che i carabinieri fanno per dedizione, spirito di sacrificio, serietà. Siete impegnati a rendere più umana la società ogni giorno animati da spirito di abnegazione. Quanto cuore mettete nella professione, che non è solo un mestiere, ma è la manifestazione pubblica dell’amore che anima il vostro cuore e degli ideali della vostra vita. Onestà, giustizia, legalità, rispetto, solidarietà. Svolgere una professione è espressione del cuore. La vostra professione è manifestazione di ciò che vi ispira, vi anima e vi fa svolgere il vostro dovere. Scriveva Seneca:” La fatica è l’alimento degli animi forti”. Il servizio che offrite alla comunità è rischioso, esigente, faticoso, non sempre apprezzato come dovrebbe. Pensate agli altri fino a non pensare a voi stessi. Mettete al primo posto le necessità dei cittadini. Per chi svolge una professione al servizio degli altri, è forse normale, ma san Carlo Borromeo diceva:” Nel servizio agli altri non trascurare te stesso.” È necessario prendersi cura del proprio cuore per servire meglio gli altri. Con le competenze, custodite anche il vostro cuore, capace di armonizzare e unificare la storia personale di ognuno. Se vogliamo mantenete vivo l’impegno, senza cedere al pessimismo, dobbiamo prenderci cura del nostro cuore, degli affetti sinceri, di bellezza, verità, contatto. Abbiamo bisogno, permettetemi di dirlo, di Dio. . “Sub tutela dei”, quanti sperano nel Signore riacquistano forza, camminano senza stancarsi. Grazie per ciò che fate e siete. Non lasciatevi scoraggiare nel fare il bene.”
Molto sentito, al termine della santa messa, il discorso del comandante Provinciale dei carabinieri Massimo Friano che ha evidenziato come la legalità deve sempre crescere e deve essere lo scopo della vita quotidiana degli uomini dell’Arma. Il comandante Friano nel ricordare il valore importante del concetto di fedeltà, da li la parola “fidelis” parte integrante del giuramento dei carabinieri, ha voluto sottolineare come qualsiasi carabiniere porta con se sempre questa parola, anche quando si toglie la divisa. Il comandante Friano ha anche salutato con piacere gli studenti della Fantappiè presenti ricordando loro che rappresentano il prossimo futuro.
La ricorrenza che è stata festeggiata nella chiesa della Santissima Trinità ha visto anche la commemorazione della “Battaglia di Culquaber”. Il fatto d’armi celebra l’eroismo, sino all’estremo sacrificio, del 1° Battaglione Carabinieri Reali,
presente in Africa Orientale con due Compagnie Carabinieri. Quell’eroico atto, di cui
domani ricorre l’83° anniversario, valse alla Bandiera dell’Arma la seconda Medaglia d’Oro al Valor Militare, con la seguente motivazione: «Glorioso veterano di cruenti cimenti bellici, destinato a rinforzare un caposaldo di vitale importanza, vi diventava artefice di epica resistenza. Apprestato saldamente a difesa dell’impervio settore affidatogli, per tre mesi affrontava con indomito valore la violenta aggressività di preponderanti agguerrite forze che conteneva e rintuzzava con audaci atti controffensivi contribuendo decisamente alla vigorosa resistenza dell’intero caposaldo, ed infine, dopo aspre giornate di alterne vicende, a segnare, per ultima volta in terra d’Africa, la vittoria delle nostre armi.
Delineatasi la crisi, deciso al sacrificio supremo, si saldava graniticamente agli spalti difensivi e li contendeva al soverchiante avversario in sanguinosa impari lotta corpo a corpo nella quale comandante e carabinieri fusi in un solo eroico blocco simbolico delle virtù italiche, immolavano la vita perpetuando le gloriose tradizioni dell’Arma».
Il titolo Virgo Fidelis che esprime in tutto significato della vita di Maria e della Sua missione di Madre e di Corredentrice del genere umano affidatale da Dio, non ha mai avuto una risonanza universale e un culto particolare nella chiesa. Nella liturgia infatti non esiste una speciale festa. Il merito maggiore della diffusione e dell’affermazione del culto alla Vergine Fedele è della Benemerita e Fedelissima Arma dei Carabinieri dell’Italia.
Nell’Arma il culto alla Virgo Fidelis iniziò subito dopo l’ultimo conflitto mondiale per iniziativa di S.E. Mons. Carlo Alberto Ferrero di Cavallerleone, Ordinario Militare d’Italia, e di P. Apolloni S.J., Cappellano Militare Capo.
Lo stesso Comandante Generale prese a cuore l’iniziativa e bandì un concorso artistico per un’opera che raffigurasse la Vergine, Patrona dei Carabinieri.
Lo scultore architetto Giuliano LEONARDI rappresentò la Vergine in atteggiamento raccolto mentre, alla luce di una lampada legge in un libro le parole profetiche
dell’Apocalisse: Sii fedele sino alla morte (Apoc.2,10).
La scelta della Madonna Virgo Fidelis, come celeste Patrona dell’Arma, è indubbiamente ispirata alla fedeltà che, propria di ogni soldato che serve la Patria, è caratteristica dell’Arma dei Carabinieri che ha per motto: Nei secoli fedele.
L’8 dicembre 1949 Sua Santità Pio XII di v.m., accogliendo l’istanza di S.E. Mons. Carlo Alberto di Cavallerleone, proclamava ufficialmente Maria Virgo Fidelis Patrona dei Carabinieri fissando la celebrazione della festa il 21 novembre, in concomitanza della presentazione di Maria Vergine al Tempio e della ricorrenza della battaglia di Culqualber.
Il 21 novembre i carabinieri celebrano anche la “Giornata dell’orfano”. Durante la Seconda Guerra Mondiale, l’Arma dei Carabinieri subisce ingenti perdite in vite umane. Si trova dunque ad affrontare il delicato problema dell’assistenza alle famiglie dei militari scomparsi. Molte vedove di guerra, inoltre, a causa dell’occupazione di parte del territorio
nazionale ad opera dell’esercito tedesco, non ricevevano gli assegni che spettavano loro.
Dopo aver provveduto a risanare questa situazione, era emersa la necessità di assicurare agli orfani la possibilità di svolgere regolari corsi di studio, per poter affrontare la vita con adeguate capacità professionali e personali. Il 5 ottobre 1948 il Presidente della Repubblica Luigi Einaudi, con un Decreto Presidenziale, istituisce l’ente ONAOMAC, l’Opera Nazionale Assistenza per gli Orfani dei Militari dell’Arma dei Carabinieri. Ne approva lo Statuto, la erige in “ente morale” e le conferisce “personalità giuridica”.
“Le bambine e i bambini sono figli di tutti noi, non solo dei loro genitori”. È il principio alla base dell’ONAOMAC, che è al fianco dei figli dei Carabinieri che hanno perso un genitore.
Li aiuta a crescere e ad affrontare il mondo, rendendoli forti attraverso il principale strumento di emancipazione della persona: l’istruzione. Supporta i giovani nel loro percorso di formazione fino all’università e alla specializzazione. Si prende cura, a vita, delle ragazze e dei ragazzi disabili.
Il 21 novembre, infine, è anche la giornata nazionale dell’albero. L’Arma è in prima linea anche su questo versante: nel 2017, l’acquisizione delle competenze e delle risorse del Corpo Forestale dello Stato, una fra le più antiche e prestigiose Istituzioni del nostro Paese, ha fatto dei Carabinieri la più grande forza di polizia ambientale d’Europa.
Attualmente, il Comando Unità Forestali, Ambientali e Agroalimentari opera a tutela della qualità della vita e degli ecosistemi nel nostro Paese: dalla lotta alle ecomafie al contrasto dell’inquinamento, dalla prevenzione degli incendi alla tutela delle acque, dalla
contraffazione alimentare alle frodi comunitarie, dalla salvaguardia delle specie in via di estinzione alla custodia delle riserve naturali e dei parchi. A questo si aggiunge il crescente impegno in campo internazionale, con l’obiettivo di promuovere ovunque la sensibilità e la cultura ambientali su temi cruciali per la protezione dell’intero Pianeta, non ultimo quello delle conseguenze del riscaldamento globale.
La Giornata Nazionale degli Alberi, istituita dal Ministero dell’ambiente e riconosciuta con l’art. 1 della Legge 14 gennaio 2013, n. 10, si celebra ogni 21 novembre in tutta Italia. Lo scopo è promuovere la cura e la valorizzazione degli alberi e ricordare il ruolo essenziale dei boschi e del verde urbano per il nostro ecosistema.
Con questo importante appuntamento si vuole celebrare la vitalità degli alberi, il cui fondamentale ruolo, specialmente nelle aree urbane, è sempre più riconosciuto grazie alle numerose funzioni che svolgono come alleati contro la crisi climatica. Infatti, gli alberi assorbono la CO2, riducono l’effetto isola di calore, migliorano la qualità dell’aria e favoriscono la tutela della biodiversità benefici che derivano dalla messa a dimora di alberi sono davvero tanti, dall’adattamento al cambiamento climatico al contrasto all’inquinamento atmosferico oltre che la riduzione del dissesto idrogeologico e della perdita di biodiversità.
Ogni albero sostiene la vita sul pianeta, offre riparo, cibo, acqua, legname, fibre, medicine, gomme, resine. La FAO stima che oltre un miliardo e mezzo di persone, tra cui la maggioranza dei popoli indigeni, dipendano dalle foreste per la loro sussistenza. Ogni
albero assorbe anidride carbonica, contribuendo a mitigare l’effetto serra, e restituisce ossigeno all’atmosfera. Attraverso le radici e le chiome, specialmente nelle regioni montuose e collinari, gli alberi limitano l’erosione del suolo, controllano le acque meteoriche superficiali, prevengono le inondazioni, consolidano le sponde dei fiumi e dei torrenti, regolano la propagazione di parassiti e patogeni, guidano il riciclo di nutrienti come azoto e fosforo. Nei centri urbani ogni singolo albero porta benefici mitigando le isole di calore, assorbendo inquinanti gassosi, filtrando le polveri sottili. La presenza di alberi migliora il benessere psico-fisico dei cittadini e fa aumentare il valore degli immobili.
Quale sintesi dello straordinario processo, per le risorse e i risultati finora raggiunti, di assorbimento del Corpo Forestale dello Stato nella Benemerita, sono state organizzate una serie di iniziative, nell’ambito della “Giornata nazionale degli alberi”, volte a diffondere la cultura ambientale e della legalità nelle scuole della provincia.
Queste attività sono organizzate a livello nazionale dal Comando Carabinieri per la Tutela della Biodiversità a cui sono devolute le competenze di tutela della biodiversità nelle 130 riserve naturali statali e all’applicazione della CITES (la convenzione di Washington sul commercio internazionale delle specie minacciate di estinzione). In particolare i 28 Reparti Carabinieri Biodiversità, i 3 Centri Nazionali Carabinieri Biodiversità e i 40 Nuclei Carabinieri Tutela Biodiversità si occupano della gestione e tutela di 130 mila ettari di capitale naturale con la maggiore concentrazione di biodiversità in Europa, un virtuoso esempio di conservazione e salvaguardia della natura. Le magnifiche Riserve sono complessi ecosistemi, veri e propri “scrigni” che custodiscono una molteplicità di specie animali e vegetali in singolari habitat e paesaggi, in continua evoluzione. Un patrimonio naturale unico come il territorio ambientale italiano. In un unico e coerente modello di
gestione, possiamo distinguere le Riserve a seconda della protezione che in esse viene adottata. Si identificano pertanto: Riserve Orientate (32), Biogenetiche (60), Zoologiche, di Popolamento, Antropologiche e di Protezione (61), fino alle esclusive Riserve Integrali (13), templi della natura dove le piante e gli animali nascono, crescono, invecchiano e muoiono ritornando terra, favorendo così nuovi cicli vitali in un perpetuarsi dinamico di morte e rinascita che arricchisce l’ambiente.
La giornata si pone quale ulteriore tappa di uno strutturato percorso di collaborazione dell’Arma con gli istituti scolastici della Provincia iniziato lo scorso anno per affrontare e suggerire ai giovani e giovanissimi momenti di riflessione e di apprendimento su delicati e attuali temi (dalla sicurezza stradale alla violenza di genere e a tutte le forme patologiche di intolleranza, dai comportamenti devianti connessi con l’uso di stupefacenti e l’abuso di alcool, fino a considerare l’impegno istituzionale nella difesa dei diritti umani nei contesti internazionali e senza dimenticare un’ampia panoramica sulle specialità dell’Arma nella prospettiva di un futuro arruolamento) con l’intento di fornire loro strumenti adeguati a creare e consolidare relazioni equilibrate e soddisfacenti, sia con se stessi che con gli altri, nell’ambito familiare e nei diversi gruppi in cui si svolge la loro vita sociale.
I Carabinieri delle Stazioni e i Carabinieri Forestali della provincia interverranno in numerosi istituti scolastici per incontrare studenti e insegnanti. Nel tempo trascorso insieme, oltre a presentare la storia e i compiti dell’Arma e della sua nuova componente ambientale, si affronteranno le principali tematiche ambientali: cambiamento climatico, conservazione delle foreste, cambiamenti dell’uso del suolo, inquinamento e tutela della biodiversità.
Gli studenti delle scuole della provincia di Viterbo, con i Carabinieri Forestali, metteranno a dimora delle piantine di specie autoctone, partecipando così ad un’iniziativa finalizzata alla creazione di un bosco diffuso della legalità. Il progetto ha finora consentito l’impianto di 48.135 alberi nel territorio nazionale di cui 2105 “alberi di Falcone”, replicazioni del famoso Ficus macrophilla columnaris magnoleides che cresce nei pressi della casa del giudice assassinato nel 1992 dalla mafia (Albero di Falcone – Un albero per il futuro), con la partecipazione di 7532 enti.
Sul sito dell’Arma (https://unalberoperilfuturo.rgpbio.it) si può di calcolare il valore in chilogrammi dell’anidride carbonica immagazzinata dalle piantine messe a dimora, che andrà a creare un vero e proprio “bosco diffuso”, da Nord a Sud del nostro Paese.
Un progetto ambizioso per combattere i crimini ambientali con l’arma dell’educazione alla legalità ambientale con il coinvolgimento delle scuole in questo obiettivo strategico.