Celebrata la festa della Madonna di Lourdes- XXX Giornata del malato

di WANDA CHERUBINI-

VITERBO – Celebrata lo scorso venerdì, 11 febbraio, nella Basilica della Quercia di Viterbo la festa della Madonna di Lourdes- XXX Giornata del malato, con la S. Messa officiata da Sua eccellenza, il Vescovo Lino Fumagalli, alla presenza delle massime autorità civili e religiose, , all’Unitalsi, ai padri Cappuccini, villa Rosa, l’ordine di Malta e tante persone. Il Vescovo Lino, al riguardo ha detto: ”E’ la prima volta in 11 anni che vedo per la festa della madonna di Lourdes per i nostri ammalati così tanta partecipazione”. “Siamo idealmente nella grotta di Lourdes – ha affermato il Vescovo Lino- e e guardiamo la statua della Madonna e mettiamo nelle sue mani tutti i nostri ammalati, le persone diversamente abili, tutti coloro che sono nella sofferenza, che sono tanti. Maria sia per loro consolazione e alimenti e sostenga la loro speranza nell’aiuto del Signore. Affidiamo e mettiamo nelle mani di Maria anche tutti gli operatori sanitari, veri eroi in questo periodo di pandemia e tutti coloro che assistono i loro fratelli malati, soprattutto i famigliari che accudiscono nelle loro case gli anziani e i diversamente abili. Maria sia per tutti forza, sostegno, consolazione. Ringraziamo il Signore per tante persone che sono vicini ai nostri ammalati. Da parte nostra chiediamo perdono se facciamo fatica a considerare gli anziani, gli ammalati, i diversamente abili il fratello per eccellenza, il dono che Dio ci dà per un criterio di vita diverso e migliore”. Il vescovo ha posto poi l’attenzione sul fatto che in un contesto culturale in cui l’effimero prende a volte il sopravvento, i malati ci indicano criteri diversi di vita in cui la vicinanza, la condivisione fanno crescere e rendono migliori i singoli e l’intera società. Il Vescovo Lino ha posto, in particolare l’attenzione sul “prendersi cura”, uscendo dall’egoismo adolescenziale e aprirsi alla vita come un prenderci cura dell’altro. Il vescovo ha evidenziato come una società è matura non dal Pil, ma dalla capacità di prendersi cura dei più fragili, dei più deboli. Questa capacità di prendersi cura fa parte, ha detto il vescovo, della dignità della persona umana.

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