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Celebrata la prima giornata della stampa a Viterbo (VIDEO)

di WANDA CHERUBINI-

VITERBO- Si è svolta questa mattina la prima giornata della stampa, voluta dal Vescovo di Viterbo, Mons. Orazio Francesco Piazza, organizzata in collaborazione con l’Ucsi di Viterbo, Unione cattolica stampa italiana. Come ha sottolineato il Vescovo nel corso del convegno, che ha visto come relatore il giornalista Rai, Antonio Scoppettuolo e moderatore il giornalista di Sat2000 Pierluigi Vito, sono emerse due parole importanti sul tema trattato, ovvero la comunicazione come dimensione etica e relazionale, che sonio responsabilità e cura dell’altro. Rivolgendosi ai giornalisti e comunicatori il Vescovo Piazza al riguardo ha detto: “Il vostro impegno  e servizio sicuramente sarà i suoi frutti. E’ questo un territorio che ha mille risorse, ma ha bisogno di tessere trame e di rilanciarsi perchè ha tante potenzialità. Cercheremo di accendere molti fuochi”.  Don Emanuele Germani, direttore dell’ufficio comunicazioni sociali ha ricordato come in questa giornata si ricordi il patrono San Francesco di Sales, di cui si celebrano i 400 anni dalla sua morte e come, pur parlando di un Santo del 1600, lui sia un Santo moderno. Ha preso poi la parola per portare i suoi saluti la presidente dell’Ucsi di Viterbo, Wanda Cherubini, che ha posto l’accento su come sia importante, mai come oggi in cui il web ha dato ad ognuno di noi la possibilità di trasformare un fatto in notizia, di interrogarsi intorno al senso dell’agire comunicativo. Ha poi accennato al messaggio di Papa Francesco per la 57esima giornata mondiale delle comunicazioni sociali invitando a parlare con il cuore per tornare all’essenziale, non avendo timore di affermare la verità. E lo stesso San Francesco di Sales, proclamato dalla Chiesa nel 1923 patrono dei giornalisti e scrittori cattolici, aveva affidato alla comunicazione un’importante e fondamentale missione: scrive della verità, partendo dalla verità stessa. Il vescovo Piazza ha esordito dicendo: “E’ importantissimo stare insieme, coltivare insieme i valori che questa funzione merita per sua natura. I momenti critici li conosciamo. Al primo incontro, quando ci siamo conosciuti, dissi abbiate in voi la responsabilità del ruolo che esercitate all’interno della società civile, perché è determinante sia per la coscienza critica da far crescere nei cittadini sia per i cittadini che siano a conoscenza della verità dei fatti. Purtroppo l’utilizzo dei multimedia che sono patrimonio pubblico consente distorsione perchè alla base non c’è né la professionalità né l’attenzione e consapevolezza dell’uso di quei mezzi e il modo di trattare ciò che accade valorizzandolo o in un senso che in un altro, molto più spesso creando il negativo più che il positivo. Ecco perché questa prima giornata parte da un presupposto molto importante: è il tema che il Santo Padre ha posto, il tema del cuore. Il cuore è il centro dell’uomo, la sua sintesi, elemento che dà linfa vitale. Parlare col cuore significa parlare nella pienezza della persona. Il santo Padre pone due elementi di riferimento: verità e carità.  La verità possiamo usarla come strumento giustizialista e come strumento pedagogico senza zone d’ombra di fronte a ciò che è veritativo, ma il modo in cui utilizziamo la verità molto spesso genera lacerazioni, problematiche”. Il vescovo ha quindi detto in base all’incontro di oggi: “Noi facciamo questa festività che nasce dal cuore del cristianesimo e parliamo di etica che non ha confessioni, è l’essenza dell’uomo. Quando i principi etici che riconosciamo vengono poi mediati anche da altre forme assumono il tono della moralità ma sull’etica c’è  poco da discutere. Ha tre principi fondamentali che sono la libertà, la dignità e la responsabilità, principi che non sono mutuabili. A questi aggiungerei il contesto umano in cui i principi dell’etica sono calati, ma bisogna tener conto della contestualità in cui gli stessi principi sono calati ed abbiamo bisogno di una coscienza sensibile: ecco il parlare del cuore che pone al centro la persona e la funzione della comunicazione diventa decisiva per ricondurre la persona alla sua libertà e dignità”. E’, quindi, intervenuto il giornalista Antonio Scopettuolo che ha ripreso le parole del vescovo sottolineando come l’etica debba essere sempre contestualizzata nella sua ricezione. Ha poi posto la questione se vi sia una differenza tra comunicazione faccia a faccia e quella su vasta scala, con la prima che indica un contatto e l’altra che indica una comunicazione metapersonale. In entrambi i casi è richiesta una forma di fiducia. “La comunicazione più profonda è quella della dimensione esistenziale. Il vero scambio non è assimilazione, né colonizzazione: un messaggio diventa oggetto condivisibile nel momento in cui l’oggettività non  è rovesciata sull’altro, ma viene costruita attraverso l’apertura dell’altro nella stessa oggettività. L’oggetto del linguaggio entra a far parte dell’humus comune, che è tutto il contrario di imporre un messaggio. Il linguaggio deve essere poi sostenuto da un senso di giustizia, imparzialità che non vuol dire solo trattare gli argomenti in  maniera oggettiva. Il termine finale dell’etica non è la giustizia, ma il bene che non sempre viene estratto tra beni oggettivi che possiamo conoscere. La dimensione etica è rischiosa perché è una dimensione creativa, perché non è mai la scelta tra due principi, ma cammina in un campo dove non sappiamo quali siano realmente i principi in cui si trova. Imparzialità significa trattare con rispetto il destinatario della mia comunicazione. Essere imparziali significa non far pesare la volontà di assimilazione dell’altro. La rete è lo strumento che ha modificato gli stili di vita negli ultimi 40 anni così come hanno fatto gli altri strumenti mediali però in 100 anni. Il problema che quindi si pone è come gestire oggi i diversi mondi in cui l’essere umano si pone. La comunicazione fatta sui social media e con l’utilizzo dei motori di ricerca cambia l’approccio ed il modo di porsi su alcuni problemi: il digital divide divide coloro che non possono  utilizzare questi nuovi strumenti, non potendo entrare nella cultura digitale. Non c’è solo il problema dell’etica su Internet, ma si genera il problema di etica in Internet. Non basta essere giustizialista, ma occorre che la giustizia possa essere coniugata con la cura che non è assistenza all’atro, ma esercitare nella professione, nei rapporti con gli altri l’imparzialità con il riconoscimento del valore dell’altro, della profondità dell’altro”. E’, quindi, seguito un interessante dibattito con alcune domande poste dai presenti. In sala anche l’ex consigliera comunale Daniela Bizzarri e la consigliera comunale Luisa Ciambella, entrambe iscritte all’Ucsi. L’incontro si è concluso con un pranzo offerto dal Vescovo presso il seminario diocesano ed il festeggiamento del compleanno di una socia dell’Ucsi di Viterbo, Mariella Zadro, che ha offerto per l’occasione il dolce.

 

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