Celebrato il rito dell’apertura della Porta Santa a Villanova

di WANDA CHERUBINI-

VITERBO- Si è celebrato questo pomeriggio alle ore 18, presso la chiesa di Villanova,  il rito dell’apertura della Porta Santa, in occasione dei 50 anni della parrocchia dei SS. Valentino ed Ilario. Il Vescovo, Lino Fumagalli ha detto: “In occasione dei 50 anni della chiesa dei SS. Valerio ed Iliario si apre uno speciale anno giubilare. Con animo riconoscente magnifichiamo e invochiamo la SS. Trinità perché sostenuti dalla forza salvifica viviamo questo tempo come occasione propizia per avanzare verso la patria del cielo”. Il Vescovo Lino ha ricordato, quindi, come al termine dell’eucarestia, verrà elargita l’indulgenza plenaria con la remissione di ogni pena. “Per intercessione di tutti i Santi, Dio vi conceda il tempo favorevole per un sincero pentimento”. Alla cerimonia erano presente anche il sindaco di Viterbo, Giovanni Arena, il senatore della Lega, Umberto Fusco, l’ordine di Malta. La cerimonia è stata trasmessa via streaming sulla pagina Facebook della diocesi di Viterbo. “Un dì dell’11 aprile di 50 anni fa sua eccellenza Boccadoro firmò il decreto di erezione della parrocchia dei SS Valentino ed Ilario – ha ricordato nella sua omelia il Vescovo Lino –  Lo scenario era diverso da quello attuale, il quartiere aveva iniziato piano piano a costruire e non c’era la chiesa e affidò la parrocchia a don Armando Marini, che celebrava la messa prima in una cappella privata, poi aveva affittato un locale al piano terreno, ora pizzeria, e piano piano intorno a questa presenza, si è formato il quartiere, soprattutto la sua identità. Con il passare degli anni e con grandi sacrifici sorsero i primi locali per le attività pastorali. Don Armando iniziò un primo progetto di asilo gestito dalla parrocchia. Non si riuscì  a trovare qualcuno che rischiasse  di prendersi il progetto e con i soldi della sua famiglia costruì quel fabbricato e intorno a questa realtà Villanova ha ritrovato la sua identità, si è sentito quartiere. Tanti hanno collaborato nelle varie attività; scuola di calcio, di musica, il Grest estivo, in quegli ambienti in comune. Spesso le parrocchie venivano all’ultimo, Mons. Boccadoro ha precorso l’estendersi del quartiere: ha acquistato un ampio spazio di terreno che fa della parrocchia di Villanova una delle meglio attrezzate della periferia di Viterbo. Ha un giardino-bosco, unico spazio verde del quartiere aperto alle famiglie, tra poco verrà ultimato il campo di calcetto. Don Armando è stato il “muratore” nel costruire questi edifici. Nel 1998-99 breve reggenza di don Scrinieri, nel 2000 diventa parroco don Mauro, nel 2012 don Emanuele diventa pro parroco e poi don Emanuele diventa parroco. La parrocchia come struttura materiale è ultimata. Mancano i grandi locali sotto la chiesa. Sono sicuro che don Emanuele che non teme debiti, per fortuna o purtroppo, quanto prima, a pezzi, realizzerà il mio sogno, che è che sotto questa chiesa ci possano essere le aule per l’oratorio per ogni categoria di persone. La parrocchia è chiamata ad essere centro di identità umana e spirituale, I locali sono quasi ultimati. Questo lungo periodo di realizzazione ha comportato che la nostra comunità parrocchiale si è sentita responsabile di questo percorso ed è riuscita a rendere tanti laici protagonisti e questo è fondamentale. E sono sicuro che andando avanti, finito il lungo periodo della pandemia, in cui ci siamo ancora dentro, quindi, rispettiamo le norme amici miei, perché potrebbe esserci anche una quarta ondata, mi auguro che la parrocchia diventi il centro propulsore di questo quartiere: il luogo in cui ci si riunisce per pregare, ma anche per discutere, realizzando così l’ideale della prima comunità cristiana. E’ un sogno che ho per la nostra comunità, un punto d’arrivo verso il quale tutti dobbiamo tendere. Quanto è bello vedere una comunità che prega, una famiglia che prega insieme difficilmente si divide, perché i meccanismi di divisione appaiono ai loro inizi e immediatamente vengono risolti. Uniti nella preghiera ed assidui nell’ascolto della parola di Dio, nella Sacra Scrittura. Spero che come frutto di questo anno giubilare la comunità si raduni, cerchi di capire la Parola di Dio, si lasci interpellare. Quanti servizi commerciali chiuderanno o lavoreranno in modo ridotto. In questa tristezza ci sono i più poveri dei poveri, il lavoro nero che è un delitto da togliere e su questo siamo tutti d’accordo. Usciremo da queste difficoltà chiedendo allo Stato sostegno e ristori, ma non è sufficiente, si esce fuori attraverso la solidarietà della comunità. E’ accaduto nel passato. Se siamo famiglia del Risorto non possiamo chiudere gli occhi. Poi c’è il grosso dramma esistenziale: persone che non hanno la prospettiva del significato della vita. Non ci siamo accorti delle loro solitudini Essere comunità presente con attenzione e delicatezza, non invadente, ma tutti devono percepire che non si è soli nella vita e i problemi di ciascuno sono i problemi di tutti. Quando penso ai suicidi dico sarebbe bastato un colpo di telefono al parroco, al sindaco. Qui a Villanova la comunità è sorta nel quartiere, nessuno a Villanova, a Viterbo deve sentirsi solo, abbandonato e la conseguenze di questo stile di vita è che il Signore ogni giorno aggiungeva nuovi fedeli, Spesso constatiamo la fuga dei giovani. Se li raduniamo a venire a messa non ci vengono, ma se li rendiamo responsabili di una comunità è probabile che vengano. Una comunità non unita e concorde è repellente, non attraente. Abbiamo una diminuzione progressiva della partecipazione alle messe. La parrocchia secondo i dati sono 9200 abitanti, con una percentuale del 4-5 per cento dei partecipanti. Noi ricordiamo con animo grato tutti i protagonisti di questi 50 anni, ringrazio le tante collaborazioni che la parrocchia suscita, ma deve essere un punto di partenza che trova nel Cristo il proprio centro. Siamo la comunità del Risorto. E’ l’augurio che vi faccio: dobbiamo crescere sempre per essere comunità attraente”.

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