Cellere, sabato 8 luglio Mario Pirovano porta in scena ‘Lu santo jullare Francesco’ di Dario Fo nel borgo medievale di Pianiano

CELLERE (Viterbo) – Sarà il Borgo di Pianiano, in provincia di Viterbo, ad ospitare sabato prossimo 8 luglio (alle ore 21) una tappa del tour che porterà Mario Pirovano, istrionico ‘giullare’ cresciuto alla corte di Dario Fo e Franca Rame, a percorrere diverse città dello Stivale passando (dal 26 luglio al 7 agosto) anche per il Vermont negli Stati Uniti.

Nel borgo medievale, Pirovano porterà in scena ‘Lu Santo Jullare Francesco’, “uno spettacolo – spiega lo stesso attore – perfetto ad essere rappresentato in un luogo così pregno di storia”.

La rappresentazione si inserisce all’interno della rassegna ‘Musa’ (musica, spettacolo, arte e artigianato) che, giunta alla terza edizione, nasce per promuovere cultura mediante un programma culturale di alto livello sfruttando una scenografia naturale che offre il Borgo senza alcuna necessità di apporti scenici.

mario pirovanoUn monologo in cui prende vita un’intera serie di personaggi dell’Italia medievale: Papi e Cardinali, soldati sui campi di battaglia, contadini e venditori al mercato, monaci e cavapietre.

Lavorando su leggende popolari, su testi canonici del Trecento e su documenti emersi negli ultimi cinquant’anni, Dario Fo elabora un’immagine non agiografica di san Francesco: spogliato dal mito, emerge un personaggio provocatorio, coerente, coraggioso, ironico. Del resto era lo stesso Francesco a definirsi ‘jullare di Dio’ e questo proprio negli anni in cui l’imperatore Federico II promulgava un editto contro i ‘Joculatores’ considerandoli buffoni osceni!

La realtà storica e la tradizione popolare si intrecciano nel ripercorrere alcuni dei momenti più significativi della vita di Francesco: la richiesta di approvazione della Regola al Papa Innocenzo III, la predica agli uccelli, l’incontro con il lupo, la malattia agli occhi…

La rappresentazione si compone di 4 storie fra le più importanti della vita di Francesco. Il tutto giocato e raccontato con ironia e lazzi alla maniera dei giullari del medioevo, di cui santo era un esponente di primo piano e, non a caso, era soprannominato ‘Il Giullare di Dio’.

Nel primo episodio Francesco incontra il Lupo di Gubbio, sicuramente uno dei momenti più conosciuti della vita del Santo di Assisi. Nel 1200 gli animali rappresentavano molto bene il vivere quotidiano. Erano usati anche come allegoria per raccontare la vita degli uomini. Il lupo era simbolo di insaziabilità e ingordigia. Veniva anche associato all’oscurità della foresta, a quello che non si conosce, all’altro e al diverso.

Nel suo ‘viaggio’ Pirovano conduce quindi gli spettatori a imbattersi in una delle storie meno conosciute della vita di Francesco: un episodio cancellato da tutte le cronache e ritrovato proprio da Dario Fo e Franca Rame in oltre 2 anni di ricerche. Si tratta de ‘La Concione di Bologna sulla Pace e la Guerra’. Una storia di grandissima attualità in cui è possibile conoscere la vera natura di Francesco. Nel 1222 il Santo, invitato a tenere un’orazione sulla guerra di nuovo esplosa contro gli Imolesi, si rivolge ai presenti con la classica ‘provocazione a rovescio’ dei giullari, cosicché esalta la guerra e condanna la pace. L’effetto è immediato, tanto che il popolo chiede a gran voce la pace che verrà firmata di lì a breve.

 

Il carattere dirompente della provocazione di Francesco risalta anche nella scena dell’incontro con il Papa (raccontato nel terzo episodio) quando chiede di ritornare al messaggio del Vangelo al di là di ogni ipocrisia; come pure quando decide di parlare al lupo dimostrando di non temere il diverso, il ‘nemico’.

L’ultimo episodio ripercorre la morte di Francesco. Ammalato, scacciato dai suoi fratelli, considerato pazzo, “vattene via mentecatto che tu sé”, gli gridano alcuni confratelli. Accompagnato da alcuni suoi fidati ed affezionatissimi fratelli, Francesco peregrina su e giù per le valli dell’Umbria e della Toscana per essere curato e riportato ad Assisi su sua precisa richiesta.

Insomma, la pace, la guerra, l’amore per la natura, lo spirito di fratellanza tra gli uomini, il dolore e la gioia, la ricchezza e l’umiltà. Temi di ieri e di oggi in uno spettacolo che diverte, commuove e provoca.

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