CGIL, CISL e UIL interrompono i rapporti con la ASL di Viterbo: “Una scelta inevitabile che fotografa il malcontento”

DI LUCA BERNARDINI –

VITERBO – Questa mattina alle ore 12,00, presso il Bar Grandori a Piazza della Rocca, è stata presentata la situazione che ha portato all’interruzione delle relazioni sindacali da parte della Funzione Pubblica CGIL, CISL e UIL con la Direzione della ASL di Viterbo.

Ha dato inizio alla conferenza la rappresentante CGIL Antonella Ambrosini, affermando che “L’azienda non rispetta le norme contrattuali, ma adotta delle manovre solitarie, senza chiedere aiuto ai sindacati”.

Per Ambrosini, tutte le volte che non vengono rispettati i tempi organizzativi, la ASL scarica le colpe sulla Regione. Per prevenire questo, quello che chiede oggi il triumvirato CGIL-CISL-UIL è chiedere di andare a creare un’organizzazione sindacale che si interfacci direttamente con la regione, in modo tale da migliorare le relazioni istituzionali.

Il documento consegnato dalla ASL, che spiega tutte le motivazioni dell’abbandono da parte delle organizzazioni, è firmato da una sola sigla sindacale, il che fa capire la gravità della situazione. La ASL, con l’interruzione dei rapporti con il sindacato, si fa carico di una responsabilità enorme, affermando sottovoce che “l’azienda non ha bisogno dei sindacati”.

Stefano Bonori della CISL ha continuato il discorso, confermando che “il documento presentato dall’azienda rappresenta la fotografia del malcontento dell’ultimo periodo”. Il ruolo partecipativo del sindacato deve essere sempre presente, senza di questo è inutile continuare un rapporto di collaborazione. “Accogliere, condividere e portare avanti il progetto devono essere le tre linee guida del percorso di difesa del lavoratore”.

“I dipendenti non possono essere colpiti in questo modo”.  Per Maurizio Bizzoni della UIL i sindacati non possono più aspettare, si deve dare, secondo il rappresentante UIL, “un sistema di protezione ai cittadini e al territorio, già colpiti duramente dalla pandemia covid”.

Precisando che “il sindacato non è contro l’azienda, ma è contro l’organizzazione regionale ASL”, Bizzoni ha infine affermato che c’è la necessità di “ritornare al tavolo del confronto per il bene dei servizi e delle persone”.

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