“Chiediamo più finanziamenti per la sanità pubblica, assunzione a tempo indeterminato e l’apertura delle strutture sanitarie dismesse”

di ARIADNA BULAT –

VITERBO – “La salute non è una merce“, “Riaprire gli ospedali e i pronto soccorso“, “Il virus è il capitalismo“, sono tra gli slogan dei membri del Comitato di Lotta e S.I. COBAS Viterbo, che oggi hanno organizzato un presidio davanti all’ingresso dell’ospedale Belcolle.

La pandemia e la crisi sanitaria ed economica derivanti mostrano la mancata capillarità e qualità del servizio sanitario: “Ogni centro abitato deve essere adeguatamente fornito di nuclei per gestire emergenze e ricoveri. Una presa in carico di casi non Covid da parte degli ospedali e dei Pronto Soccorso ipoteticamente sparsi sulla provincia, non avrebbe portato alla situazione attuale. Queste strutture, i posti di lavoro ad esse relativi e quindi in generale il potenziamento della sanità, sono stati abbandonati.” – sostengono gli organizzatori del sit-in.

Chiediamo più finanziamenti per la sanità pubblica, assunzione a tempo indeterminato degli operatori sanitari in tutti i settori e soprattutto l’apertura delle strutture sanitarie dismesse” – sottolinea Roberto del Comitato Lotta Viterbo.

I fondi indirizzati verso il settore privato avrebbero potuto invece essere utilizzati nel potenziamento del già fatiscente SSN, con nuove assunzioni di personale sanitario e con la ristrutturazione dei vari plessi ospedalieri e queste carenze hanno delle gravi conseguenze sula salute dei pazienti e dei lavoratori del settore. 

La situazione sanitaria a causa del Covid-19 è andata ancora peggio, ma questo non è causale perché si vuole favorire l’interesse privato. Ad esempio, tra marzo e giugno, nel solo Lazio sono state oltre 2 milioni di prestazioni sanitarie che non sono state erogate e quando sono stati riaperti i servizi sanitari moltissime persone sono state contattate per recuperare la mancata visita però esse hanno risposto che, ovviamente, erano andate dal privato.” – aggiungono i membri del Coordinamento Regionale Sanità.

I pronto soccorsi chiusi e le strutture ospedaliere in condizioni inadatte nei comuni di Viterbo hanno fatto sì che oggi l’ospedale di Belcolle arrivi in una condizione di affollamento: “Se l’ospedale di Montefiascone, così come quello di Ronciglione, fossero stati ristrutturati e rimodernati negli anni – dicono gli organizzatori – se anche solo i loro Pronto Soccorso fossero stati mantenuti aperti e non chiusi, solo per una mera questione di numeri, come da tempi non sospetti affermiamo, sicuramente oggi l’ospedale Belcolle non sarebbe così congestionato.

Attraverso questa iniziativa si cerca anche di stare vicino ai medici che in questo contesto della pandemia arrivano a lavorare fino a 14 ore di turno per sopperire alla mancanza di personale sanitario. I partecipanti al presidio hanno distribuito volantini alle persone che uscivano dall’ospedale in modo da informare e sensibilizzare l’opinione pubblica: “Stiamo lottando per avere una sanità pubblica gratuita, efficiente e universale, una maggiore tutela per i pazienti e per il personale sanitario.

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