“Chirurgia funzionale urologica: nuovi orizzonti nella terapia e nel diritto alla salute dell’uomo”, convegno a Palazzo dei Priori

VITERBO – Venerdì 23 e sabato 24 settembre, presso il Palazzi dei Papi di Viterbo, di svolgerà il convegno nazionale “Chirurgia funzionale Urologica: nuovi orizzonti nella terapia e nel diritto alla salute nell’uomo”.

L’evento, organizzato dalla Società italiana di Urologia (SIU) e dalla Società italiana di Andrologia (SIA), ha il patrocinio della Asl di Viterbo ed è presieduto da Antonio Rizzotto, presidente nazionale della SIU e direttore del Dipartimento medico chirurgico e dei percorsi integrati dell’azienda sanitaria locale.

L’iniziativa riveste anche una importanza notevole, sotto l’aspetto formativo, in quanto è anche un corso regolarmente accreditato presso la Commissione nazionale per l’Educazione continua in medicina del Ministero della Salute (Age.Na.S.). All’evento, infatti, sono stati assegnati 12 crediti formativi per le professioni: medico chirurgo specialista in urologia e infermiere

La chirurgia uro-oncologica – spiega Antonio Rizzotto – è volta a raggiungere la radicalità e, quindi, la possibile guarigione del paziente. Per quanto negli ultimi anni le tecnologie applicate alla chirurgia, e il sempre maggior perfezionamento delle tecniche chirurgiche, tendano a ridurre al minimo le conseguenze di sacrificio dei nervi erigendi e del corretto funzionamento del pavimento pelvico, e quindi della funzione sfinterica, non è possibile ridurre a zero l’incidenza di impotenza sessuale e incontinenza urinaria definitiva: il prezzo della guarigione”.

Il mondo urologico e andrologico ha sempre cercato e sta carcando di minimizzare in termini percentuali questo “prezzo”, utilizzando le sempre più innovative terapie mediche, riabilitative e soprattutto dispositivi protesici ormai collaudati da decenni e di cui è accertata l’efficacia.

È del tutto evidente – conclude Rizzotto – come possa cambiare radicalmente la vita di un uomo totalmente incontinente dopo chirurgia che non perde più le urine per merito di uno sfintere artificiale o di un giovane uomo che può riacquistare la dignità di ‘essere uomo’. Il limite del loro utilizzo non è tecnico ma amministrativo, in quanto questi dispositivi protesici non fanno parte dei LEA. La disponibilità sul territorio nazionale è infatti a macchia di leopardo, essendo differente tra una regione e l’altra e addirittura all’interno della stessa regione tra una azienda sanitaria e l’altra. Questo convegno vuole essere una messa a punto tecnica e scientifica di quanto l’urologia possa essere di aiuto ai pazienti nella terapia oncologica e oltre la terapia oncologica, puntualizzando la corretta indicazione e proponendo una sistematizzazione degli interventi di impianto protesico”.

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