VITERBO – Riceviamo da Luisa Ciambella e pubblichiamo: “La recente chiusura della fase diocesana del processo di beatificazione di Alcide De Gasperi rappresenta un momento significativo per la Chiesa e la società italiana. Questo evento offre l’opportunità di riflettere sul concetto di Bene Comune, un principio che ha guidato l’azione politica e personale dello statista trentino.
De Gasperi è stato una figura centrale nella storia italiana del XX secolo. Fondatore della Democrazia Cristiana e presidente del Consiglio in otto governi tra il 1945 e il 1953, ha svolto un ruolo cruciale nella transizione dell’Italia dalla monarchia alla repubblica e nella ricostruzione post-bellica. La sua visione politica era profondamente radicata nei valori cristiani, con una costante attenzione al Bene Comune e al servizio pubblico.
Nella concezione degasperiana il Bene Comune non era un concetto astratto, ma una realtà concreta da perseguire attraverso politiche sociali ed economiche inclusive. Durante i suoi mandati, furono implementate riforme significative nel campo della sicurezza sociale, dell’assistenza sanitaria e dell’edilizia popolare, con l’obiettivo di migliorare le condizioni di vita delle classi meno abbienti. Queste iniziative riflettevano la sua convinzione che lo Stato dovesse promuovere condizioni necessarie allo sviluppo materiale e spirituale di tutti i cittadini, senza sostituirsi alla loro iniziativa, ma garantendo protezione e sostegno ai più deboli.
La sua fede incrollabile e la visione cristiana della vita hanno ispirato ogni sua scelta politica, rendendolo un esempio di integrità e dedizione al servizio pubblico. Il cardinale vicario di Roma, Baldo Reina, ha sottolineato come De Gasperi sia stato “un politico mosso da una profonda spiritualità e da una visione cristiana della vita e del servizio pubblico”.
Padre fondatore, insieme ad Adenauer e Schuman, dell’Europa concepita con visione profetica come un’Europa dei Popoli, fondata su una politica estera e di difesa comune, strumento essenziale per garantire la Pace. Non è un caso che, alla vigilia della sua morte, abbia pianto profondamente per non essere riuscito a realizzare la Comunità Europea di Difesa. Gli eventi odierni dimostrano quanto quello strumento avrebbe potuto contribuire alla stabilità e al mantenimento della Pace.
De Gasperi rappresenta un punto di riferimento per tutti i cristiani impegnati in politica e nel sociale, avendo sempre saputo conciliare la sua profonda fede con l’attività politica, la sua condotta, la vita privata e familiare. Il suo esempio sia di monito per tutti noi: prese parte alla Conferenza di Parigi con un cappotto prestato e la casa in cui morì gli fu donata dal partito. Fu incarnazione autentica di una politica intesa come servizio agli altri, senza mai trarne vantaggi personali o approfittarne.
La chiusura della fase diocesana del processo di beatificazione di De Gasperi non è solo un riconoscimento delle sue virtù personali, ma anche un richiamo all’importanza del concetto di “essere al servizio” nella politica contemporanea. La sua eredità ci sprona a lavorare per una società dove la dignità di ogni persona sia riconosciuta e promossa, in un autentico spirito di servizio e solidarietà”.
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