MONTEFIASCONE ( Viterbo) – Sotto la Direzione Artistica di Gianna Scoponi prenderà ufficialmente il via Domenica 20 Ottobre alle ore 17.00 presso la Sala Innocenzo III° (Rocca dei Papi) di Montefiascone l’evento culturale “Città di Montefiascone…Teatro e Tramonti” che vede la collaborazione in partnership organizzativa tra Pro Loco MontefiasconeAps , FITA – Federazione Italiana Teatro Amatori Lazio, Associazione Teatrale Massimo Teodori APS e Comune di Montefiascone. Vernissage a cura del Teatro Popolare di Tarquinia ( Annibale Izzo, Massimino Scirocchi, Massimino Di Benedetto, Simona Di Loreto, Valeria Costa, Isabel Barcia Hernandez, Massimo Bernabei, Maurizio Favi) che presenteranno la Commedia “Non è vero ma ci credo”. Gli appuntamenti sempre allo stesso orario proseguiranno Domenica 3 Novembre con la Compagnia Teatrale Favl che per la regia di Pina Luongo porterà in scena “Finchè morte non ci separi”. Domenica 10 Novembre spazio alla Compagnia “La Vojola” che presenterà lo spettacolo “Psaico-Terapia”. Domenica 17 la Compagnia teatrale “Il Sorriso” presenterà lo spettacolo “A volte succede e se succede ben venga” scritto e diretto da Gabriele Sarchi. Gran chiusura Domenica 24 con la Compagnia “La piazzetta” e lo spettacolo “Doc comicamente disturbati” per la regia di Roberta Grossi e Lugi Menci. Tratto da un opera di Peppino De Filippo lo spettacolo portato in rappresentazione dalla Compagnia di Tarquinia rappresenterà le peripezie del commendatore Gervasio Savastano, convinto superstizioso. I suoi affari al momento non vanno bene e lui ritiene che la colpa sia attribuibile ad un suo impiegato, Belisario Malvurio, cui attribuisce influssi negativi. Anche in famiglia ci sono problemi: sua figlia Rosina si è innamorata di un giovane, che il commendatore non conosce ma che ritiene non essere all’altezza della ragazza. All’improvviso sembra però che la fortuna pare ricordarsi del commendator Savastano. In azienda si presenta un giovane che si chiama Alberto Sammaria e pare essere gobbo e con il suo arrivo gli affari ricominciano di colpo ad andar bene. Anche la figlia del commendatore sembra aver ritrovato la sua serenità: il giovane di cui era perdutamente innamorata pare essere diventato un lontano ricordo. Tutto sembra filare liscio, gli affari prosperano e le asperità vengono appianate quasi sempre grazie all’intervento di Sammaria. Ma lo scompiglio arriva all’improvviso: Alberto Sammaria confessa al commendatore di essersi innamorato di Rosina e per questo motivo è determinato a voler dare le dimissioni. Il commendatore è disperato, ma troverà una soluzione: convincerà sua figlia a sposare Sammaria. Dopo un’iniziale resistenza dovuta alla malformazione fisica, la ragazza si convince. Ma un incubo sconvolge i sogni del commendatore: che i suoi nipotini ereditino il difetto fisico di Sammaria. Il matrimonio si celebra, ma il commendatore non riesce ad allontanare i suoi timori, ne parla con il suo medico personale e comunica ai ragazzi la sua intenzione di invalidare le nozze. Ma alla fine scoprirà di essere stato raggirato, con la complicità di sua moglie, di sua figlia, del suo medico e del neo genero: Sammaria non è altri che il giovane di cui Rosina era sempre stata innamorata e la gobba era solo un artificio cucito nella giacca, per consentirgli di entrare nelle grazie del futuro suocero. Il commendatore si convince, riassume il temuto impiegato Belisario Malvurio e cede all’amore dei due giovani, anche perché, pure se non è gobbo Sammaria ha portato bene.
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