Civita Castellana, il sindaco Luca Giampieri a Palermo in memoria di Paolo Borsellino

CIVITA CASTELLANA ( Viterbo) – Il sindaco Luca Giampieri a Palermo in memoria di Paolo Borsellino. Il Comune di Civita Castellana ha concesso il patrocinio alla fiaccolata nel trentennale della strage di via D’Amelio.

Martedì il sindaco Luca Giampieri ha rappresentato la comunità civitonica, insieme ad altri rappresenti degli enti locali della Tuscia e di tutta Italia, alla fiaccolata organizzata a Palermo per il trentennale della strage mafiosa di via D’Amelio in cui persero la vita il 19 luglio 1992 il giudice Paolo Borsellino e gli agenti della sua scorta. L’iniziativa, a cui il Comune di Civita Castellana ha concesso il patrocinio, è organizzata dal comitato Comunità 92 e dal coordinamento Forum XIX luglio, un cartello di associazioni e movimenti che, nel corso degli anni, sono diventati punto di riferimento per la realizzazione della più grande manifestazione che si svolge nel capoluogo siciliano nell’ambito delle celebrazioni per l’anniversario del 19 luglio. Il primo cittadino ha raccolto l’invito del Forum e ha rappresentato il Comune in questa importante ricorrenza.

“Sono onorato di avere partecipato a questa iniziativa rappresentando i cittadini di Civita Castellana – afferma Giampieri -. Dopo trent’anni il sacrificio di Paolo Borsellino è ancora vivo nei cuori e nelle menti di coloro che hanno fatto dell’onestà e del rispetto della legalità la propria ragione di vita. Proprio come fece il giudice antimafia ucciso da Cosa Nostra a Palermo, in via D’Amelio, il 19 luglio 1992. Paolo Borsellino era un eroe, che consapevolmente andò incontro a morte certa per mano di Cosa Nostra pur di mantenere fede al suo giuramento di lealtà verso uno Stato che non lo ha protetto come avrebbe dovuto, ma che lui ha servito fino all’ultimo respiro”.

“Borsellino scelse di combattere la mafia perché era un uomo perbene – continua il sindaco – perché sentiva il dovere morale di dare giustizia ai morti ammazzati da Cosa Nostra e di combattere una battaglia per lo più culturale contro la mafia e i suoi crimini. ‘Questo è il destino che ci attende’ disse davanti al feretro di Giovanni Falcone, amico e collega ucciso a Capaci da Cosa Nostra il 23 maggio 1992, 57 giorni prima di lui”.

“Un destino a cui Paolo andò incontro da eroe – conclude -. Ecco perché oggi è un dovere, delle istituzioni e dei cittadini, ricordarlo. Ricordarne il sacrificio estremo. Perché il suo esempio cammini ancora, e sempre, sulle nostre gambe”.

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