Classifica Sole 24 Ore: Viterbo al 66esimo posto, almeno nel Lazio si può essere soddisfatti

di FRANCESCO MATTIOLI-

Sessantaseiesimo posto in classifica, con un guadagno di nove posizioni dallo scorso anno. Questa la collocazione di Viterbo nella graduatoria della qualità della vita delle città capoluogo di provincia italiane, proposta da Il Sole 24 Ore ogni anno. Almeno nel Lazio, si può esserne soddisfatti, visto che, di poco, ci precede solo Roma, la Capitale, una delle città centro del mondo e come tale, nonostante i tanti guai di cui soffre inevitabilmente un metropoli, inarrivabile. D’altronde davanti abbiamo solo le città che stanno a nord dell’Alto Lazio, a partire da Toscana, Umbria e Marche e poi a salire. Ma questo si sapeva già, basta fare un po’ di viaggi nella nostra penisola per rendersene conto, senza neppure scervellarsi con le indagini statistiche.
Le statistiche aiutano ad avere un quadro meno soggettivo e a comparare aspetti differenti della vita quotidiana urbana. Ma anch’esse – sia chiaro – hanno le loro ombre. Per esempio, certificare una caduta di venti/trenta posizioni in classifica nel giro di un anno: non siamo mica al campionato di calcio, dove un anno vince una e un altro anno vince un’altra squadra perché la palla è rotonda o perché qualcuno ha acquistato di botto Messi e Bellingham. Certi situazioni della qualità della vita sono relativamente stabili almeno per un lustro e a meno che una città sia stata sconvolta da una alluvione, da un epidemia localizzata o da una guerra per bande, difficile mettersi le mani nei capelli perché si è scesi dal quinto al ventesimo posto; come c’è poco da vantarsi perché si risalga di dieci posti, neppure fosse sceso qualche angelo dal cielo con la bacchetta magica a ripulire l’aria, le acque o i servizi pubblici in dodici mesi. Basta dare un maggiore peso specifico ad una variabile rispetto ad un’altra e le classifiche subito ne risentono: Bergamo è prima in classifica, ma se dessimo un peso determinante – che so – alle varie componenti climatiche, Viterbo sopravanzerebbe Bergamo…
Propongo un altro esempio. Alcuni romani, in età di pensionamento, vengono ad abitare a Viterbo: città a misura d’uomo, sufficientemente servita sul piano commerciale e sanitario, clima temperato, buone risorse enogastronomiche, terme, mare a 30 km, boschi montani Unesco a 15 minuti d’auto, due laghi raggiungibili in 15-20 minuti, Roma ad un’ora di auto, aeroporto idem, porto a mezz’ora, treni per il sud e il nord a mezz’ora di macchina, cuore di etruschi, ville rinascimentali, centri storici medievali intatti, folclore di alta qualità culturale (Macchina d S. Rosa, Unesco)ecc. Come per molti viterbesi che abitano un buon quartiere moderno della semiperiferia, non ci sono problemi, fanno una bella vita, anche se talvolta non se ne accorgono. Il problema è se abiti o giri per i vicoli di San Faustino o in quelli di altre zone del centro semiabbandonate: non tanto per la malavita (ce ne è, certo, ma è roba da ridere rispetto ad altre situazioni non solo delle grandi città, ma anche di quelle di medie dimensioni, al nord e al sud…), ma per l’incuria civica, la mancanza di igiene, di servizi; oppure se giri per i parchi e i giardini, mal curati, sporchi, male vigilati e valorizzati.
Insomma, le graduatorie statistiche dicono solo una parte di verità; ma questo non deve indurre a sottovalutarle quando denunciano uno stato di arretratezza e di difficoltà. Anzi, devono spingere a fare di più: e Viterbo con tutti i pregi che ha, è una occasione sprecata. Lo dicono tutti: i turisti, i forestieri, i residenti più civili e maturi. Basterebbe poco; basterebbe darle un lucidatina, fare delle correzioni, acquisire una mentalità più matura, più civile.
Un solo esempio, tra i mille, che al centro nord non esisterebbe proprio: la miseranda visione della via che dall’ascensore conduce alla piazza del Duomo. Basterebbero due o tre murales e tre o quatto vasi di fiori a coprire le crepe dell’ex ospedale ad accogliere i visitatori.
Sia chiaro: sostanza e forma costituiscono assieme l’identità di qualunque soggetto.
Marciapiedi inagibili, buche, sporcizia, incuria – ma anche servizi al cittadino raffazzonati – danneggiano Viterbo, che così appare come una signora fascinosa, bellissima, ma con il vestito sporco e rattoppato e i modi un po’ sgarbati: un vero peccato.

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