Claudio Margottini incanta il teatro Caffeina con il suo “Viaggio in Afghanistan”

VITERBO – Teatro Caffeina al gran completo e immancabili applausi per il geologo Claudio Margottini e il suo “Viaggio in Afghanistan”. L’appuntamento di venerdì scorso ha affascinato il pubblico presente in sala per ascoltare l’esperienza diretta, lungo un arco di 10 anni, dell’esperto nel recupero di siti archeologici.

Accompagnato dalle domande del moderatore, il giornalista Giorgio Renzetti, Margottini è riuscito nell’intento di trasportare gli spettatori nel lontano paese dell’Asia meridionale. Un racconto di viaggio e di scoperta, utile per mettere in luce un Afghanistan che non viene raccontato, solitamente, dai media.

“Ogni giorno, veniamo bombardati da informazioni su questo grande paese. Eppure, quello che realmente accade in Afghanistan è altra cosa”, ha spiegato Margottini, inviato dall’UNESCO in questo lontano territorio per salvaguardare molte opere storiche, alcune andate perdute per sempre a causa della distruzione conseguenza delle tante guerra che lo hanno attraversato.

“L’Afghanistan è un paese dove la popolazione è da molti anni sfruttata dal dominatore di turno. Oggi sono tornati i talebani, facendo sprofondare nuovamente l’intera nazione in un periodo oscuro e di affossamento culturale, con la nuova imposizione dei burka e lo spettro della distruzione di reperti archeologici millenari. Come le statue dei Buddha di Bamiyan disintegrate dall’esplosivo il 12 marzo del 2001”. Con queste parole Margottini ha cercato di far comprendere la difficile e precaria situazione che ogni giorno il popolo afghano è costretto a vivere. Un popolo ridotto, molto spesso, in una povertà estrema, con bambini che non hanno nemmeno scuole dove poter studiare.

“Eppure – ha spiegato l’ospite di Caffeina – è attraverso la cultura che un popolo può emanciparsi, e ce lo dimostrano rare occasioni. Come la presenza della governatrice Salima Mazari, una donna laureata e un bastione contro i talebani”.

Margottini ha voluto concludere l’intervento con una commovente foto, un collage di alcuni dei tanti bambini afghani incontrati durante il suo lungo viaggio. Un grido di speranza, per mostrare su chi ricadrà il futuro di questo lontano paese.

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