CNA, la proposta: “Radicale riforma dell’Irpef per le imprese individuali”

VITERBO – Sono circa 1,4 milioni le imprese individuali, in larga parte artigiane, che non hanno i requisiti per aderire al regime forfettario e pertanto sono maggiormente esposte alla complessità e all’iniquità del sistema fiscale italiano. E’ quanto ha evidenziato la CNA nel corso dell’audizione davanti alle Commissioni Finanze di Camera e Senato, sottolineando l’urgenza di procedere ad una riforma dell’Irpef orientata all’equità del prelievo e alla semplicità dell’applicazione.

La riforma dovrà procedere di pari passo con la progressiva riduzione della pressione fiscale per tutti i percettori di reddito da lavoro: pressione che in quasi mezzo secolo è salita dal 30 al 42%, ma in modo differenziato tra i diversi contribuenti, attraverso eccezioni e deroghe alla tassazione. Il fisco italiano è diventato farraginoso, complicato e soprattutto iniquo a causa del disallineamento del sistema delle detrazioni, che penalizza gli imprenditori individuali e i professionisti.

La CNA propone una modifica radicale della tassazione per le imprese individuali e le società di persone, assoggettando all’aliquota progressiva dell’Irpef, con le stesse detrazioni previste per gli altri redditi da lavoro, la parte di reddito d’impresa prelevata dall’imprenditore e tassando con aliquota separata la parte che resta in azienda, che potrebbe essere fissata al 15%, al pari del regime forfettario.

Inoltre la CNA sollecita una profonda opera di semplificazione, innanzitutto con la riduzione del numero dei tributi. Al riguardo, è necessario abrogare velocemente l’Irap e trasformarla in un’imposta addizionale all’Ires. E’ altrettanto urgente eliminare una serie di oneri e adempimenti formali che gravano sulle imprese, come l’obbligo di comunicazione dei dati all’Agenzia delle Entrate finalizzati ai controlli; i regimi particolari di riscossione dei tributi quali split payment e reverse charge; la ritenuta sui bonifici bancari relativi a spese connesse a detrazioni fiscali; le limitazioni alla compensazione orizzontale tra tributi.

Infine, in nome della semplificazione e dell’equità, dovrebbe essere abolita l’Imu sugli immobili strumentali, come già avvenuto per il settore agricolo.

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