Comitati per l’acqua pubblica in piazza per fermare il ddl concorrenza

VITERBO- Riceviamo e pubblichiamo: “Oggi 14 maggio 2022, è stata proclamata, all’interno della campagna “Fermare il DDL Concorrenza” lanciata da una vasta rete nazionale di associazioni e comitati, una giornata di mobilitazione nazionale nei territori, per respingere il disegno di Legge presentato dal Governo Draghi sulla Concorrenza e il mercato.

Questo disegno di legge, con il pretesto della competitività e della concorrenza, si prefigge una nuova ondata di privatizzazioni di beni comuni fondamentali, dall’acqua all’energia, dalla sanità ai trasporti, fino ad arrivare ai porti e alle telecomunicazioni.

L’art. 6, in particolare, individua nel privato la modalità ordinaria di gestione dei servizi pubblici rendendo residuale la loro gestione pubblica, per cui gli Enti Locali che detengono la gestione dell’acqua dovranno “giustificare” il mancato ricorso al mercato.

Molti Consigli, sia Regionali che Comunali si sono già espressi contro questa nuova estromissione di beni comuni alla collettività. Anche dentro la maggioranza di governo si stanno aprendo contraddizioni importanti che potrebbero portare a significative modifiche del DDL Concorrenza.

Alla vigilia di una importante scadenza elettorale, nella quale anche i cittadini del Comune di Viterbo si recheranno alle urne, il Comitato per L’ Acqua Pubblica “Non Ce la Beviamo”, chiama i candidati Sindaci ad esprimersi sul delicato tema della gestione dell’acqua.

Fino ad oggi la politica viterbese è stata completamente assente nelle risposte alle esigenze dei cittadini e, nelle retrovie, ha sostenuto i continui rincari delle bollette e il completamento del processo di privatizzazione, in atto attraverso il bando di manifestazione di interesse per la cessione del 40% delle quote della Società.

Aldilà di operazioni di facciata, nessuno si è opposto concretamente a questa politica.

La situazione del servizio idrico nel nostro territorio è drammatica. I cittadini della Tuscia si trovano di fronte ad un duplice problema: l’alta concentrazione di arsenico nelle acque destinate ad uso umano e tariffe molto elevate a carico degli utenti sulle quali gravano interamente, in assenza di contributi della fiscalità generale, le spese di dearsenificazione.

 La popolazione, fino ad oggi, è stata completamente estromessa non solo dalle decisioni ma anche dall’informazione sulle scelte effettuate in relazione al servizio idrico.

La disapplicazione dell’esito referendario votato dalla maggioranza del popolo italiano, ha consentito che la gestione del ciclo delle acque venisse affidata ad Aziende private, Società partecipate da enti pubblici o miste.

Il risultato di questo tipo di gestione si è tradotto, anche a Viterbo e nella Tuscia, in tariffe esorbitanti, reti idriche fatiscenti, mancanza di investimenti, disservizi all’utenza e poca attenzione alla qualità dell’acqua e alle fasce deboli.

A partire da quanto avvenuto, il Comitato Non ce la beviamo, fa un appello ai Candidati Sindaci chiedendo che si esprimano pubblicamente e di schierarsi, aldilà delle diverse sensibilità politico-amministrative, contro il DDL Concorrenza e contro il completamento del processo di privatizzazione che prevede la cessione delle quote della Talete Spa a operatori privati.

Chiede inoltre di aprire un contenzioso, nei confronti della Regione Lazio, affinché i costi dei processi di dearsenificazione siano sostenuti dalla fiscalità generale e non ricadano esclusivamente, come oggi accade, sulle bollette pagate dai cittadini utenti.

 Si rivolge ai candidati sindaci chiedendo di affrontare con serietà il delicato tema dell’acqua e di  illustrare alla cittadinanza quale progetto specifico intendono intraprendere per risolvere i problemi del servizio idrico del nostro territorio perché l’acqua, bene pubblico essenziale alla vita di ogni essere umano, non può essere gestito a porte chiuse e sottratto al volere e alla conoscenza della collettività.

Nell’auspicare che tali tematiche siano fondamentali nel sentire dei nostri candidati, auspichiamo un  positivo riscontro”.

   COORD.TO PROV.LE COMITATI PER L’ACQUA PUBBLICA DELLA TUSCIA   Non ce la beviamo

 

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