Comitato Genitori Organizzati di Viterbo: “Chiediamo ai politici locali di esporre in Regione le nostre richieste”

VITERBO – Riceviamo dal Comitato Genitori Organizzati Viterbo e pubblichiamo: “Come Comitato Genitori Organizzati di Viterbo abbiamo sempre sostenuto con chiarezza l’urgenza di considerare la scuola come un tema prioritario nella gestione della pandemia. Lo abbiamo fatto lo scorso ottobre, portando sotto i riflettori il destino in bilico di tanti piccoli studenti viterbesi e rivolgendo un appello alle istituzioni locali. Lo abbiamo fatto di recente, simbolicamente, sposando la campagna social #Giùlemanidallascuola promossa da un importante comitato nazionale di genitori, studenti e docenti. Ci esponiamo, nuovamente, ora che l’incubo della dad sembra essere l’unica certezza: da lunedì 15 marzo anche le famiglie viterbesi torneranno indietro di un anno, ai tempi del primo stop didattico per ogni ordine e grado; un flashback amaro che in diverse Regioni è ormai da mesi la nuova traballante consuetudine.

Anche questa volta faremo la nostra parte. Non ci mancheranno il coraggio di rimboccarci le maniche e di guardare avanti, pur pagando lo sforzo a caro prezzo (saranno le donne a scontare lo scotto lo più alto, già a quota 440 mila lavoratrici in meno rispetto al 2020).

Faremo l’ennesimo sacrificio ma questa volta non riusciremo, con le nostre sole forze, a colmare il vuoto assordando di domande lasciate in sospeso: esiste, nella prospettiva dei prossimi mesi, un’alternativa meno drastica e dolorosa che contempli il diritto all’istruzione in presenza? Chiudere le scuole a livello regionale, in modo indiscriminato, mettendo sullo stesso piano zone o province con indici di contagio ben diversi tra loro, è davvero la soluzione ottimale? È ancora possibile credere che relegare nuovamente i bambini dietro gli schermi sia davvero l’ultima spiaggia, nonostante mesi spesi in sicurezza, prevenzione e protocolli applicati in modo rigoroso?

Ci rivolgiamo a tutti i rappresentanti politici del comune di Viterbo affinché facciano proprie le istanze della cittadinanza che, attivamente, chiede che le limitazioni, tra le quali per prima la chiusura delle scuole di ogni ordine e grado, vengano riviste in base a una lettura territoriale dei contagi. Chiediamo che i rappresentanti politici locali espongano in Regione le nostre richieste e si battano per esse.

Ci aspettano mesi duri, non vogliamo che la scuola getti la spugna. Non vogliamo il colpo di coda di un anno che finisca in dad. Non vogliamo che l’emergenza sia l’alibi per rinunciare a ciò che faticosamente i nostri figli, i più silenti e i più esemplari nel rispetto delle regole, hanno saputo riconquistare”.

 

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