Commercio, Lazio e Viterbo ai primi posti per infortuni e morti

VITERBO – Riceviamo da Luca Paolocci (Usb Commercio) e pubblichiamo: “Il lavoro nel Commercio viene considerato uno dei più sicuri, come ci si può far male o morire in un centro commerciale?

Sotto la patina luminosa degli espositori e i sorrisi forzati dei dipendenti, si nascondono condizioni di sfruttamento e precarietà, a partire dalla gestione di orari e turni per arrivare alla mancata formazione e alle mansioni inadatte.

I datori invece di assumere e stabilizzare il personale allungando i turni, imponendo straordinari, spesso non pagati. I lavoratori vengono adibiti a qualsiasi mansione sia necessaria in quel momento, si barcamenano fra lo scarico merci, la sistemazione degli scaffali, la gestione dei banchi e le casse, senza le adeguate protezioni e la specifica formazione.

Una delle zone più esposte per i lavoratori è il magazzino, qui operano simultaneamente più persone con contratti, mansioni e datori diversi. I lavoratori in appalto, per esempio, non conoscono a fondo il luogo di lavoro e i suoi possibili rischi. Nello scarico e nella sistemazione della merce sono costretti a rispettare tabelle di marcia inumane, tempi di lavoro talmente frenetici che impediscono di porre la dovuta attenzione. Gli stessi problemi si ripercuotono all’interno del centro commerciale; la mancanza di dispositivi di protezione, della corretta turnazione delle mansioni e la stanchezza espongono i lavoratori ad infortuni, spesso con esito grave.

Il non concedere neanche il giusto tempo di pausa per permettere il recupero fisico pesa ulteriormente sulla salute e la sicurezza dei lavoratori.

Nella nostra Regione gli infortuni nel settore nel 2021 sono stati 3261, con un aumento del 111% rispetto l’anno precedente e risulta al 4° posto in una macabra classifica per i casi mortali, con sette lavoratori uccisi. Nella sola città di Viterbo il Commercio è al 6° posto per il numero degli infortuni su 21 settori analizzati.

Come è emerso nell’inchiesta condotta da Usb Viterbo nel mondo del Commercio, il 70% dei lavoratori non conosce il proprio Rappresentante per la Sicurezza e mai lo ha visto in negozio. L’Rls è una figura fondamentale che vigila sul rispetto delle norme di salute e sicurezza e raccoglie le eventuali denunce dei lavoratori.

Le istituzioni e gli enti preposti devono accendere i riflettori su questo settore, sempre più in fase di sviluppo in questa città, uno sviluppo fatto di mancanza di diritti e insicurezza.

Chiediamo l’apertura di un tavolo permanente che analizzi davvero il settore, studiando la composizione della forza lavoro, per arrivare ad un accordo che tuteli stabilità e sicurezza”.

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