di MARIA ANTONIETTA GERMANO –
VITERBO – Parole e musica nel bel concerto di Liliana Bernardi, Un“arco”dal Barocco al jazz (Trasformazione di un linguaggio), tenuto ieri, 26 gennaio, all’Auditorium di Santa Maria in Gradi all’Università della Tuscia svolto nell’ambito della XIV Stagione concertistica, ideata e curata dal direttore artistico Franco Carlo Ricci. Un successo.
Per la musica, che è un linguaggio emotivamente universale, è importante l’ascolto. Impariamo ad ascoltare. Da qui l’idea di questo godibile concerto che Liliana Bernardi ha proposto con una serie di pezzi diversificati per dare la possibilità al pubblico di sperimentare, suscitare tipologie di ascolto diverse.
Sul nudo palcoscenico dell’Auditorium vi è una sedia vestita di bianco dove è appoggiato un violino che aspetta silente e ricorda l’importanza di un “posto assegnato” alla musica. Vicino, un semplice leggio e null’altro. Ecco che tra gli applausi entra la protagonista della serata con in braccio il “suo” violino, si guarda intorno un po’ emozionata e inizia a spiegare anche in modo tecnico che cosa andrà ad eseguire. Il silenzio è totale.

Poi le struggenti note del violino rompono il silenzio e inizia la Ciaccona di Johann Sebastian Bach, musica che va ascoltata in modo umile e contemplativo per la complessità, grandezza e profondità e maestosa essenzialità, un’estasi che crea e rende credibile l’infinito. La Ciaccona, costruita con delle variazioni, è una forma inizialmente di danza cadenzata, come forma compositiva si mantiene su otto battute che verranno variate in una crescita enorme fino ad un momento di arresto corale. Ai tempi di Bach si considerava questa musica troppo polifonica per poter essere sonata da un violino di quattro corde. Applausi.
Da Bach, musicista del suo tempo, si passa a Heinrich Ignaz Franz von Biber, autore del suo tempo, grande violinista, compositore, organista, con la Passacaglia Voce dell’Angelo, d’ispirazione religiosa che fa parte di un ciclo compositivo carico di simbologie e tecniche dell’epoca come la scordatura. Applausi.
Ora la musica cambia struttura compositiva e struttura diversa del linguaggio e si passa ai virtuosistici Capricci di Niccolò Paganini e, ai Capricci scritti dalla compositrice polacca Grażyna Bacewicz con La risata del diavolo. Musica più facile da ascoltare che fa scattare lunghi applausi.

Dopo una breve interruzione, la violinista Liliana Bernardi torna sul palcoscenico e si pinza la lunga gonna per dare risalto al passo cadenzato che andrà a proporre con il nuovo brano del compositore italo-americano John Corigliano, Stomp, all’interno del quale convivono l’uso della scordatura, procedimento del ‘600 italiano e il bluegrass americano con influenze di musica country e jazz. E qui l’applauso si fa veramente caloroso e prolungato. E poiché nessuno se ne vuole andare è concesso un bis con un’aria di Pietro Mascagni. Poi fiori, strette di mano e flash dei fotografi.
Le foto sono di Maria Antonietta Germano.