Confagricoltura Viterbo-Rieti: considerazioni sulla conferenza “Acqua bene essenziale”

VITERBO – Riceviamo da Remo Parenti (Presidente Confagricoltura Viterbo-Rieti) e pubblichiamo: “Credo che avere la capacità di guardare davanti a sé senza pregiudizi che nascondano parte della visuale, sia proprio dei grandi uomini, di coloro che poi sono i primi che intuiscono il corso futuro degli eventi e delle cose. Perché tutto cambia e si modifica, anche in agricoltura, e se si hanno occhi che non vogliono vedere, non si percepiscono e non si capiscono i progressi, nelle tecniche, nelle colture, nel modo di vivere e pensare di chi le fa. Soprattutto in questi ultimi mesi, stagioni, le innovazioni in campo agricolo modificano sostanzialmente l’impatto ambientale dei processi colturali, (proprio in concomitanza con difficoltà di approvvigionamento alimentare dovuto a condizioni climatiche avverse e alla guerra russo-ucraina), fornendo maggiore quantità di cibo e di sostenibilità. Solo per i signori dei biodistretti e i loro amici sembra non essere cambiato nulla da trenta anni a questa parte. Accusavano gli agricoltori e continuano a farlo, chiusi nella loro ideologia ecosocialista che, oltre che prevenuti, li rende fondamentalmente ostili ad una categoria che per loro impersona politicamente il nemico. E gli fa fare promesse che non vengono mantenute, come è avvenuto con Famiano Crucianelli, il quale ci aveva assicurato l’ingresso per le organizzazioni agricole all’interno del biodistretto, salvo evidentemente dimenticarsene. Oppure li fa andare in contraddizione logica con la realtà dei fatti celebrando il biologico come unico modo per garantire al pianeta sostenibilità ambientale, quando è evidente il contrario. O accusare gli agricoltori di essere i responsabili del cambiamento climatico che stiamo vivendo. O ancora di fare colture intensive assetate di acqua. Certo. L’ agricoltura ha bisogno di acqua. Senza di essa non si fanno colture né estensive né intensive,  magari sarebbe utile dare un significato a questi termini. Ma forse stiamo sbagliando come categoria. Intanto nel dividerci e litigare fra di noi; ma credo soprattutto perché abbiamo solo pensato a giustificarci e a cercare di ragionare con chi ragionare non può o non vuole farlo. Forse sarebbe il caso di diventare più consapevoli dell’assoluta importanza di quello che facciamo e del modo in cui lo facciamo; sicuramente meglio di come vorrebbero questi signori,  che parlano di ambiente ma che spesso non ci vivono e, che mancano totalmente di rispetto per chi, invece, in esso lavora e opera”.

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