Confagricoltura Viterbo-Rieti: Regione Lazio a difesa dei produttori, si è riunito il tavolo per l’emergenza nel comparto delle nocciole

VITERBO – Si è tenuto mercoledì pomeriggio, presso la sala convegni della Provincia, la prima riunione del tavolo di emergenza per la corilicoltura viterbese. Presenti il presidente della Commissione Agricoltura e Ambiente della Regione Lazio Giulio Zelli, il vicepresidente del Consiglio Regionale Enrico Panunzi, i sindaci di Corchiano e Canepina Piergentili e Moneta, presidenti di Cia, Coldiretti e Confagricoltura, Del Gelsomino, Ranucci e Parenti, Sara Paraluppi direttrice Coldiretti, il presidente di Assofrutti Pompeo Mascagna, l’agronomo Romani di Agrinola, Luca Di Piero del comitato no Imu e i produttori di nocciole Rodolfo Ridolfi presidente del comitato per la salvaguardia del territorio di Corchiano e della Tuscia e Alessandro Niccolai presidente della sezione corilicola nazionale di Confagricoltura. Gli interventi altamente qualificati hanno prima messo in luce le criticità che sta vivendo il settore e successivamente proposto le prime possibili e più immediate soluzioni. La Regione Lazio può avere, come attore istituzionale, la capacità di garantire un equilibrio e assicurare una maggiore equità nella filiera corilicola, all’interno della quale non è giusto che i produttori lavorino senza riuscire a coprire le spese. Necessaria quindi una maggiore redditività per il settore corilicolo che però deve provenire anche da un’offerta più accentrata e organizzata. Sulla formazione dei prezzi delle nocciole viterbesi incidono fortemente come per ogni altro comparto agricolo nazionale, anche le importazioni da Paesi che non rispettano le stringenti normative riguardanti la sicurezza sul lavoro e la tutela ambientale che invece sono presenti nel nostro ordinamento. Di conseguenza, o la globalizzazione diventa anche globalizzazione dei diritti, oppure è necessaria una legge che richieda, per i prodotti importati, che siano rispettati gli stessi criteri richiesti per produrre in Italia e in Unione Europea. Pompeo Mascagna ha poi sottolineato l’importanza che può avere la ricerca sia per fronteggiare l’emergenza dovuta all’invasione della cimice asiatica, sia per difendersi dal cambiamento climatico. A questo proposito Sara Paraluppi ha messo in luce la necessità di maggiori invasi che possano trattenere e non disperdere l’acqua piovana, in prospettiva un bene sempre più prezioso. Ora dalle parole si deve passare ai fatti, cosa non facile ma necessaria. Da qui a breve il tavolo tornerà a riunirsi e farà una prima valutazione delle misure che verranno intraprese fin dai prossimi giorni.

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