Confartigianato, Del Moro e De Simone intervengono sulla situazione del settore Ho.re.ca.

VITERBO- “La crisi del settore della ristorazione, con tutti i servizi ad esso collegati, non può venire ignorato. E la riapertura per il solo asporto può andar bene per le pasticcerie e le rosticcerie, almeno all’inizio, ma non per bar, pizzerie, ristoranti o pub”.

Così Michael Del Moro e Andrea De Simone, presidente e segretario di Confartigianato imprese di Viterbo, intervengono sulla situazione precaria del settore ho.re.ca, in ginocchio dopo due mesi di chiusura per l’emergenza Covid-19 e con davanti una prospettiva poco rosea. “Il Governo per queste attività al momento ha pensato solo alla vendita da asporto – continuano -, fino ad ora neanche consentita, ma nel DPCM 26 aprile non si fa menzione ad una data per la possibile riapertura. Riapertura che, peraltro, nel caso di ristoranti e pizzerie con le limitazioni imposte dal distanziamento e dai sistemi di protezione, imporrebbe a questo esercizi di lavorare al 30% e con costi molto più alti della normale gestione”.

“È chiaro che all’interno due locali andranno prese delle precauzioni – aggiungono -. Ma comprendiamo le motivazioni che hanno spinto migliaia di esercenti del settore, esasperati e preoccupati per il futuro, alla mobilitazione di oggi e domani, che culminerà con la simbolica consegna delle chiavi dei locali nelle mani dei sindaci. Servono risposte immediate per un settore, che comprende anche gli operatori del turismo, sicuramente tra i più colpiti dalla crisi, altrimenti centinaia di queste attività in tutta Italia non riusciranno a riaprire. Dietro al mondo ho.re.ca c’è un universo di produzione, trasformazione e commercializzazione dei prodotti che rischia un effetto domino devastante. Il Governo non può fare finta di niente”.

“La disattenzione del Governo verso il settore ho.re.ca, completamente abbandonato, è divenuta insopportabile – concludono Del Moro e De Simone -. Molti dei dipendenti di queste aziende neanche hanno ricevuto la cassa integrazione. Parliamo di migliaia di persone coinvolte. Servono certezza su date di riapertura e aiuti concreti che manifestino la vicinanza dello Stato a questi imprenditori, alle loro famiglie, ai loro dipendenti e ai loro fornitori. A cominciare dall’alleggerimento fiscale e contributivo per il 2020”.

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