Confartigianato, gli auguri e le riflessioni del presidente Michael Del Moro

VITERBO – Riceviamo una nota del presidente Michael Del Moro che vuole essere un augurio per la Pasqua, ma anche e soprattutto una riflessione sul momento che stiamo vivendo e sulle proposte per sostenere il mondo dell’impresa e pubblichiamo: Carissimi associati,

la Pasqua che ci apprestiamo a vivere purtroppo sarà per tutti noi molto diversa da quelle che siamo stati abituati a trascorrere, circondati da famiglie numerose e da una gioia e una serenità nei cuori che solamente i giorni di festa sanno donare. Quello che stiamo vivendo, ormai da qualche a settimana a questa parte, lascia tutti noi sgomenti e con un sentimento di impotenza di fronte a una malattia che soprattutto in Lombardia sta mietendo tante vittime, spezzando migliaia di vite e distruggendo tante famiglie.

Siamo di fronte ad un’emergenza sanitaria inedita che i nostri medici ed infermieri stanno fronteggiando come meglio possono contro una malattia ancora troppo poco conosciuta e che purtroppo si è già portata via molti di loro, che hanno lasciato questa terra nel tentativo di salvare altre vite umane. Il mio pensiero va soprattutto a loro.

 Oltre a quella sanitaria però c’è un’altra emergenza che rischia di diventare in breve tempo anch’essa molto grave, e mi riferisco alla crisi economica che inevitabilmente sta colpendo il nostro paese in seguito al dilagare dell’epidemia e delle dure restrizioni giustamente imposte dal governo nazionale per arginarne il diffondersi. La maggior parte delle nostre attività, dalla ristorazione all’edilizia, dalle botteghe artigiane ai parrucchieri, dai centri estetici ai bar, sono ormai ferme da settimane con conseguenze tragiche per ognuna di loro, perché, ricordiamocelo sempre, dietro un piccolo imprenditore ci sono sempre una o più famiglie che vivono del lavoro dell’azienda spesso come unica fonte di reddito.

 Probabilmente dopo la fine del secondo conflitto mondiale il nostro paese non ha mai subito una crisi così profonda, ma mentre dopo il 1945 c’era un paese da ricostruire anche fisicamente, oggi la ricostruzione sarà solamente sociale ed economica, quindi, seppur questo possa apparire paradossale, ancora più difficile. Cambierà, inevitabilmente, il modo in cui la nostra società si approccerà con il mondo che la circonda, ci sarà un clima di diffidenza reciproco che sicuramente non favorirà la ripresa e noi tutti dovremo essere bravi a mutare le nostre attività in base al periodo che ci troveremo a vivere cercando di venire incontro alle esigenze di un mondo che non sarà più quello di prima. Ma per essere messi in condizione di poter fare tutto questo non dobbiamo essere lasciati soli dallo Stato e dal mondo bancario con misure radicali che facciano sì che nessuno di noi, finita questa fase emergenziale, debba abbassare la saracinesca definitivamente.

 Le misure che chiediamo sono in prima istanza legate all’erogazione di liquidità immediata da parte degli istituti di credito, con garanzia da parte dello Stato e la sospensione almeno per i prossimi 5 anni di Basilea 2 e 3, che sono di fatto inapplicabili nella situazione attuale appartenendo ad un mondo che ormai non esiste più e che impiegherà anni per tornare alla normalità; in seconda istanza chiediamo un anno bianco dal punto di vista fiscale per tutte le pmi perché non si può chiedere a chi dovrà a fatica cercare di mantenere in piedi la baracca di pagare imposte salate che sarebbero il colpo di grazia definitivo.

 Siamo quelli che lavorano gomito a gomito con in propri dipendenti, chiamandoli per nome, e in questo momento drammatico lo Stato deve metterci in condizione di non dover scegliere tra il pagamento dei loro stipendi e quello dei contributi previdenziali. Per questo riteniamo che al fine di mantenere stabili i livelli occupazionali ed evitare licenziamenti di massa si dovrebbe prevedere la totale decontribuzione del lavoro dipendente nelle pmi per tutto il 2020.

Al di là di quelle che sono le preoccupazioni per il futuro però voglio, come già fatto dal Presidente del Movimento Giovani Imprenditori Daniele Lampa negli scorsi giorni, portare un segnale di speranza ricordando lo straordinario esempio che ci hanno dato gli associati della Confartigianato Imprese di Bergamo che alla richiesta di 12 persone per la realizzazione del nuovo ospedale presso la fiera della città, hanno risposto in 250 facendo vedere di che pasta sono fatti i nostri artigiani e dando una dimostrazione di quei principi di solidarietà e sussidiarietà da sempre alla base della nostra associazione e che dovranno rimanere scolpiti nelle nostre menti per tanto tempo.

Noi piccoli imprenditori siamo questo, siamo coloro che sanno sempre rimboccarsi le maniche e ripartire anche quanto le difficoltà sono insormontabili, anche quando la notte non chiudiamo occhio pensando alle mille problematiche del nostro lavoro, e per questo sono convinto che, aiutati o no dallo Stato, noi ce la faremo.

Voglio anche ringraziare tutti i dipendenti della nostra struttura, il direttore Andrea De Simone e tutta la dirigenza della nostra associazione per il grande impegno che stanno mettendo in queste settimane nel cercare di dare un’assistenza fattiva a tutti i nostri associati che mai come ora hanno bisogno di aiuto e conforto.

 In questi giorni che si avvicinano alla Pasqua però, il settore che sicuramente è il più colpito da questa emergenza sanitaria ed economica è quello dell’accoglienza e della ristorazione, e per questo vi chiedo di essere vicini ai nostri colleghi acquistando le eccellenze gastronomiche pasquali che gli stessi producono, in ogni angolo della nostra Provincia, e che saranno felici di consegnarvi direttamente a casa vostra.

Per quanto sia possibile auguro a voi e a tutte le vostre famiglie una Pasqua comunque serena, con la speranza che sia per tutti noi un momento di riflessione e raccoglimento anche per chi dovrà trascorrerla lontano dai propri cari.

Un abbraccio fraterno, ma a distanza, a tutti voi”.

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