Confesercenti, la protesta dei pubblici esercizi

VITERBO – “Le misure di restrizione previste dal Dpcm avranno un impatto grave su migliaia di attività, già logorate dalla crisi innescata dalla pandemia. Le imprese hanno bisogno di sapere immediatamente quali supporti sono previsti a loro sostegni. Servono certezze immediate sul decreto ristori: abbiamo chiesto al governo un incontro urgente, per avere delle risposte- così dichiara Patrizia De Luise, Presidente nazionale di Confesercenti – Le limitazioni colpiranno tutto il sistema delle PMI. Non solo palestre, piscine, centri benessere, sale giochi e tutta la filiera degli eventi, delle cerimonie e dello spettacolo, per cui è previsto lo stop totale; il provvedimento mette di fatto in lockdown anche la somministrazione.

Bar, pub e ristoranti non saranno più in condizione di operare: chiudere alle 18, quando l’attività diurna delle colazioni e dei pranzi è stata già messa in ginocchio dallo smartworking, vuole dire rendere antieconomico aprire. La raccomandazione di non muoversi, inoltre, avrà un impatto negativo sul turismo, sui consumi e su tutte le altre attività di vicinato, negozi in primo luogo. Le imprese rischiano di non riuscire a sostenere questo nuovo colpo. Bisogna rendere subito operativi nuovi sostegni concreti, non c’è tempo da perdere”.

“Alle 18.00 costretti a chiudere, ma avere un futuro è un nostro diritto” È questo il messaggio del manifesto che migliaia di bar, ristoranti, pub e altre imprese della somministrazione aderenti a Fiepet Confesercenti affiggeranno alle 18.00 sulle proprie vetrine per protestare contro le restrizioni introdotte dal DPCM.

“Il provvedimento, di fatto, mette in stato di lockdown la somministrazione. Chiudere alle 18, significa rendere impossibile o quasi il proseguimento dell’attività. Bisogna intervenire subito o le imprese non resisteranno – commenta Giancarlo Banchieri, Presidente di Fiepet Confesercenti – Il Governo deve agire: servono ristori adeguati, soluzioni per gli affitti e per il credito, meno burocrazia. E, soprattutto, è necessario che i sostegni del DL Ristori arrivino fin da subito. Non c’è più tempo da perdere: bar, ristoranti e pub sono già ai limiti dopo un anno disastroso, lo stop decretato dal DPCM rischia di far saltare migliaia di attività e di posti di lavoro”.

“La situazione è gravissima nella Tuscia – aggiunge Vincenzo Peparello, presidente della Confesercenti di Viterbo e membro della presidenza nazionale – L’imposizione del DPCM a bar, ristoranti, pub ed esercizi della somministrazione di chiudere alle 18 fino al 24 novembre deve essere seguita da immediati interventi a favore delle imprese o si rischia di non far riaprire molti esercizi e di aggiungere ulteriori pesanti problemi alle famiglie, soprattutto in una zona dove la crisi provocata dal Covid 19, con il calo delle presenze turistiche, ha già indotto tanti a prendere decisioni irreversibili. E’ urgente sburocratizzare le pratiche e far giungere in tempi immediati consistenti sostegni”

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