di DIEGO GALLI –
VITERBO – Conferenza di fine anno per Confesercenti Viterbo, con l’accorato appello del presidente Vincenzo Peparello che esorta il governo Draghi a prorogare la cassa integrazione e a fornire nuovi aiuti economici.
“Questo è il momento di investire, per le imprese – ha spiegato Peparello – e per farlo servono fondi che solo il governo può fornire dopo mesi di crisi economica dovuta alla pandemia in corso”. Per il Lazio, come poi sottolineato, dati alla mano, il covid è stato un vero salasso. Le famiglie hanno diminuito la loro spesa media annua di circa 1500€ (dato comunque più lieve rispetto alla media nazionale di 4000€). A questo problema si somma la presenza, in ogni nucleo, di almeno un precario o disoccupato in più rispetto ai tempi pre-covid.
Tuttavia, secondo il presidente di Confesercenti, l’obiettivo non deve essere quello di tornare ai modelli che vigevano in Italia prima della pandemia. “Il vero traguardo è quello di superare quei limiti che il covid ha messo a nudo. Per farlo, come anche per non perdere l’occasione dataci dai fondi del Pnrr, è necessaria una collaborazione sinergica tra enti pubblici e privati. Solo così sarà possibile sfruttare i finanziamenti ed evitare di ritrovarci tra qualche anno a doverli rimborsare e basta”.
Critico, Peparello, anche sulle amministrazioni locali, come quella di Viterbo. Per non perdere il treno del Pnrr, infatti, è necessario adeguarsi, presentando progetti “cantierabili”. “Alcuni Comuni, come quello di Viterbo – ha spiegato – hanno piani regolatori vecchi ormai di 30 anni. Non possiamo continuare su questa strada, per poi lamentarci ed avere il timore che quei fondi possano essere perduti. Qualche amministrazione dovrebbe innanzitutto cominciare a fare un mea culpa e, al contempo, mettersi al tavolo con tutte le parti in gioco per recuperare il terreno perduto”.
A peggiorare la situazione, anche il rincaro energetico, altro annoso problema che affligge imprese e famiglie. Una pesante spada di Damocle che contribuisce al rallentamento della ripresa (le vendite sono diminuite da un +5.3% a un +3.7%, e continuano a calare).
Notizie non positive, per Confesercenti, anche dal punto di vista turistico. “Non possiamo limitarci a pubblicizzare – ha proseguito – ma bisogna pensare anche alla commercializzazione. Adagiarsi sugli allori, ripetendoci che in estate il flusso turistico è aumentato, non basta. Ricordiamoci che già prima della pandemia l’Italia aveva perso ben cinque posizioni come meta turistica rispetto ai competitor europei, come la Francia, che accoglie elevati numeri di turisti anche fuori dai periodi di alta stagione”.